Bolognamania: tra ammutinati e bugie, tocca a Ballardini
Tanto tuonò che piovve. Già, perché per una società che ormai da tempo si muove in maniera schizofrenica, non poteva esserci epilogo più scontato di uno Stefano Pioli esonerato il 7 gennaio, dopo Catania-Bologna. Quando il 22 dicembre, ben sedici giorni prima, un Albano Guaraldi tronfio aveva esclamato, di fronte all’1-0 del Bologna su un Genoa arrivato al Dall’Ara in ciabatte o poco più, “questo è il Bologna che sogno. Ovviamente con Stefano Pioli”. Eh, ovviamente. E altrettanto ovviamente, dopo una settimana di incontri con Vittorio Petrone, l’agente storico di Roberto Baggio, e di sondaggi con altri tecnici, compreso Davide Ballardini, le voci sull’esonero di Pioli erano diventate “tutte illazioni giornalistiche”. Passato il Natale, a Catania è andato in scena un Bologna poverissimo, triste, incapace di imbastire una qualsiasi offensiva, dominato dal figliol prodigo Lodi per un 2-0 senza appello che ha messo i rossoblù in guai ancora più seri, nonostante il risicato +1 sulla salvezza.
La situazione è così precipitata e martedì il presidente Guaraldi, dalle ferie in Messico (scelta del periodo abbastanza discutibile, e non solo perché il meteo da quelle parti nei primi giorni dell’anno non è stato gran che), ha accelerato le operazioni per l’esonero di Pioli, chiudendo con Ballardini e di fatto anticipando il Sassuolo che aveva già avuto un contatto con l’allenatore ravennate per sostituire Di Francesco. Questo perché il messaggio della squadra a Catania è stato chiarissimo: basta con Pioli. Troppo brutto per essere vero un Bologna che non azzeccava nemmeno i passaggi di un metro. Messaggio già “recapitato” a Guaraldi prima di Bologna-Genoa, ma con il dietrofront sul ritiro i giocatori non si sarebbero potuti permettere una nuova figuraccia pre-natalizia: l’hanno solo rimandata all’Epifania, per far silurare un tecnico che ormai anche i big del gruppo non volevano più.
Infine, Pioli. Due ottime stagioni a Bologna, 95 punti in due campionati, poi i tanti errori di quest’anno. Ci ha capito poco di questa squadretta, è vero, ma è stato delegittimato pian piano fin da agosto (il no alla cessione di Taider, venduto poco dopo) e alla lunga ha pagato un atteggiamento troppo aziendalista. La fine dell’avventura bolognese gli sarà utile anche in chiave futura, per sapersi imporre sul mercato e magari per ascoltare meno anche certi collaboratori che gli hanno suggerito sparate mediatiche rivelatesi poi dei boomerang. Ma ogni tifoso bolognese non può che ringraziarlo per i due campionati conclusi senza patemi, al di là di questa terza stagione piena di ombre ma conclusa comunque con un esonero al quart’ultimo posto. Ha deciso Guaraldi, ma soprattutto ha deciso uno spogliatoio che ora non ha più alcun alibi di fronte alla città. In bocca al lupo dunque a Davide Ballardini, tecnico forse sottovalutato, che avrà – come si dice da queste parti – una bella “pesca” a mano.