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    Bolognamania: non è rigore, penalizzati per l'ennesima volta!

    Bolognamania: non è rigore, penalizzati per l'ennesima volta!

    • Greta De Cupertinis
    Non avevo compreso Roberto Donadoni quando, dopo la partita contro il Napoli, aveva deciso di affrontare come prima cosa in conferenza stampa il tema della direzione arbitrale al termine della clamorosa sconfitta per 7-1 al Dall’Ara. Lo comprendo invece benissimo oggi perché quanto successo questa sera a Marassi non può passare inosservato e anzi, deve essere ancora una volta sottolineato.

    Il Bologna perde 3-1 contro la Sampdoria, dopo un rigore assegnato ai padroni di casa all’82’ per un fallo inesistente di Pulgar che tocca la palla prima con la testa e poi con il fianco. L’addizionale di porta vede il braccio e Muriel si presenta sul dischetto. Da quel momento, la squadra di Roberto Donadoni va in tilt e ci mette del suo a farsi rimontare. I gol subiti infatti, sono tre in otto minuti.  

    Non ci soffermeremo però su questo e sulla prestazione della squadra bensì sui tanti episodi dubbi che stanno penalizzato il Bologna in questa stagione: se è vero che errare è umano, è altrettanto vero che assistere spesso a situazioni del genere demotiva un ambiente che ora come ora sta già vivendo una situazione di difficoltà sia per quanto riguarda le prestazioni ma soprattutto i risultati.

    Ci vorrebbe la moviola in campo, la famosa Var? Dopo la partita di oggi assolutamente sì, riguardando le immagini dell’episodio del rigore chiunque si accorgerebbe che non è assolutamente fallo quello assegnato al giocatore. E non è la prima volta che succede al Bologna, errori così decisivi sono stati commessi anche in altre partite come ad esempio, con la Lazio all’Olimpico.  

    “Non è nostra abitudine commentare le decisioni arbitrali” aveva ammesso l’AD Fenucci qualche settimana fa. Beh, adesso invece è arrivata l’ora di alzare la voce e cominciare a farsi sentire. Ha provato Donadoni a puntare il dito ma non è bastato. Il messaggio dell'ambiente però è chiaro: ci vuole più rispetto ma soprattutto più attenzione.

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