Bolognamania: Mirante, che succede?
La sconfitta del Bologna contro la Juventus non è solo colpa di Antonio Mirante. E’ un risultato frutto dell’ennesimo atteggiamento passivo di una squadra che non riesce a fare il salto di qualità o a mettersi davvero in competizione contro una grande. Non è solo colpa dell’estremo difensore rossoblù ma crea un caso legato alle recenti prestazioni del giocatore, apparso spesso insicuro e sottotono nell'ultimo periodo.
L’esempio lampante è nella partita di ieri contro i bianconeri: sul gol di punizione di Pjanic e sulla seconda rete di Mandzukic sono evidenti gli errori di Antonio Mirante che nel primo caso accompagna il pallone in porta e nel secondo non riesce ad essere reattivo come un portiere è chiamato a fare. Dopo il serio problema fisico accusato la scorsa estate, Mirante è rientrato in gruppo nella passata stagione e l’impressione è sempre stata quella di un giocatore recuperato totalmente e capace di dare stabilità a tutto il reparto difensivo.
In questo campionato invece, non sono mancate le difficoltà e le prestazioni altalenanti nel numero 83 rossoblù. Per questo bisognerebbe cercare di capire quali sono le cause di questa situazione, se il tutto è legato ad una condizione fisica non ottimale o solo ed esclusivamente a paure o ad un ipotetico blocco mentale. In tanti ad oggi vorrebbero che Mirante venisse sostituito immediatamente dal secondo portiere Da Costa, ritenuto più affidabile nella sua costante capacità di essere sempre sufficiente.
Il primo portiere del Bologna è però ad oggi anche il capitano della squadra, un compito non semplice che gli è stato affidato dal gruppo e dalla società. Quando devi scegliere il titolare tra i portieri è diverso rispetto ad altri ruoli: difficilmente puoi interscambiarli, volendo o dolendo c'è sempre una gerarchia da rispettare. Se foste Donadoni, cosa fareste voi? L’augurio è che Mirante possa tornare ad essere decisivo a suon di parate, come lo è stato nel primo anno con la maglia del Bologna. Non ci si sbaglia sui portieri di buon livello… e lui lo è. Per questo deve ritrovarsi.
L’esempio lampante è nella partita di ieri contro i bianconeri: sul gol di punizione di Pjanic e sulla seconda rete di Mandzukic sono evidenti gli errori di Antonio Mirante che nel primo caso accompagna il pallone in porta e nel secondo non riesce ad essere reattivo come un portiere è chiamato a fare. Dopo il serio problema fisico accusato la scorsa estate, Mirante è rientrato in gruppo nella passata stagione e l’impressione è sempre stata quella di un giocatore recuperato totalmente e capace di dare stabilità a tutto il reparto difensivo.
In questo campionato invece, non sono mancate le difficoltà e le prestazioni altalenanti nel numero 83 rossoblù. Per questo bisognerebbe cercare di capire quali sono le cause di questa situazione, se il tutto è legato ad una condizione fisica non ottimale o solo ed esclusivamente a paure o ad un ipotetico blocco mentale. In tanti ad oggi vorrebbero che Mirante venisse sostituito immediatamente dal secondo portiere Da Costa, ritenuto più affidabile nella sua costante capacità di essere sempre sufficiente.
Il primo portiere del Bologna è però ad oggi anche il capitano della squadra, un compito non semplice che gli è stato affidato dal gruppo e dalla società. Quando devi scegliere il titolare tra i portieri è diverso rispetto ad altri ruoli: difficilmente puoi interscambiarli, volendo o dolendo c'è sempre una gerarchia da rispettare. Se foste Donadoni, cosa fareste voi? L’augurio è che Mirante possa tornare ad essere decisivo a suon di parate, come lo è stato nel primo anno con la maglia del Bologna. Non ci si sbaglia sui portieri di buon livello… e lui lo è. Per questo deve ritrovarsi.