Bolognamania:| La lingua batte dove il mercato duole
Non poteva finire altrimenti, la prima di campionato del Bologna: 2-0 per il Chievo, arrivederci e grazie. Un ko che ha dimostrato tutte le lacune della squadra costruita in estate, tutti i limiti di un gruppo che non poteva arrivare pronto alla prima di campionato, una sconfitta che ha allarmato ancora di più la tifoseria, già in subbuglio per una squadra, quella dei 51 punti, letteralmente smembrata pezzo per pezzo. La cessione imminente di Ramirez è solo l’ultima di una serie che ha lasciato nelle mani di Pioli un gruppo ridotto ai minimi termini dal punto di vista qualitativo, tanto che anche lo stesso tecnico nel post gara contro il Chievo ha fatto notare che ci sono ancora operazioni da fare. La lunga telenovela con l’uruguagio è ai titoli di coda e ha portato con sé numerosi strascichi, su tutti la veemente contestazione a Casteldebole di martedì al presidente Guaraldi, colpevole di aver ceduto tutti i big della squadra ad eccezione di Diamanti, peraltro vinto col brivido alle buste.
La prima di campionato, dicevamo, ha fatto tornare di moda gli spettri di un precampionato davvero di basso livello, che il 2-1 contro le riserve del Varese in Coppa Italia aveva cancellato troppo in fretta. Il quadro è desolante, se un Chievo non certo irresistibile con il minimo sforzo ha vinto 2-0, contro un Bologna capace di tirare in porta una sola volta, al minuto 92 con Gabbiadini. Auguri. Difficile pensare scenari diversi: Portanova squalificato, Natali acciaccato (normale, dopo settimane da svincolato), Antonsson giocoforza centrale con lo spaesato Carvalho a destra, Motta azzardato a sinistra perché Abero non è ancora ritenuto pronto, Guarente ancora molto indietro e Acquafresca lasciato solo là davanti in mezzo alla difesa del Chievo. La vittoria della squadra di Di Carlo, nonostante una brillantezza relativa, è stata una logica conseguenza.
Senza contare il problema più grave dal punto di vista tecnico: l’assenza di Ramirez. Addio alla formula magica dello scorso anno, con l’uruguagio e Diamanti a togliersi pressione a vicenda e a saltare in continuazione i rispettivi marcatori, con dietro un centrocampo di fisico a sostenerli. Ora serve una nuova concezione di squadra e questo Bologna è ancora un cantiere aperto anche perché la zuccata di Pellissier e il mancino angolato di Cruzado (oltre alle urla e agli insulti dei tifosi, forse) hanno fatto capire alla dirigenza che entro fine mercato servono correttivi importanti alla rosa. Il primo, Michele Pazienza, è in arrivo e sarà meglio che ne seguano altri in ogni reparto, anche se la lacuna lasciata da Ramirez sarà praticamente impossibile da colmare. A poche ore dalla fine del mercato, non proprio il migliore degli scenari possibili.