Bolognamania: l'ora della difesa a tre
Nel momento più difficile dal suo arrivo a Bologna, con la panchina che per la prima volta in rossoblù scricchiola sul serio, Stefano Pioli torna ad affidarsi alla difesa a tre, quella che per oltre un anno a Bologna gli ha assicurato punti e successi, dopo il passaggio nella passata stagione al fortunato 4-2-3-1 con Gabbiadini esterno. Alternati i vari moduli che presupponevano la difesa a quattro e racimolata la miseria di tre punti in sette partite, con la bellezza di dodici gol subiti nelle ultime tre gare, ora si cambia. E si torna al “vecchio amore” proprio contro il Sassuolo, in uno scontro-salvezza sportivamente drammatico che può già valere una stagione: di certo, in palio domenica al Mapei Stadium di Reggio Emilia ci sarà la panchina di entrambi gli allenatori, Di Francesco e Pioli, ormai due piccoli (o grandi, nel caso dei neroverdi) pezzi di storia di Sassuolo e Bologna.
Complice la sosta di campionato, Pioli ha potuto lavorare sul nuovo assetto nonostante avesse otto giocatori impegnati con le nazionali: la difesa anti-Sassuolo è praticamente fatta con Sorensen e Mantovani in marcatura e Natali, reduce dalle tre giornate di squalifica, a guidare la retroguardia. E’ l’assetto più affidabile, considerando il lungo infortunio che costringe ai box Cherubin e la condizione a dir poco precaria di Antonsson, in difficoltà anche con la nazionale svedese e comprensibilmente in debito di ossigeno dopo un inizio di stagione che doveva essere soft causa rientro dall’infortunio di maggio e che invece ha visto il difensore costretto agli straordinari per “colpa” delle assenze altrui. Scelte già fatte anche in porta, dove rimarrà Curci, ma qui è stata decisiva la sfortuna poiché quando Stojanovic pareva pronto al lancio da titolare è arrivato il crac alla mano sinistra che lo terrà fuori un mese.
Sarà un Bologna all’insegna del “primo non prenderle”. Comprensibilmente, visti i venti gol subiti in sette gare di campionato. Per questo, Pioli varerà di fronte alla difesa a tre un centrocampo a cinque, magari con mezze ali in grado di supportare a turno il lavoro delle due punte (Laxalt e Kone), o meglio del trequartista Diamanti e dell’unica punta, con Cristaldo al momento sicuramente preferito a Bianchi o ad Acquafresca. 3-5-1-1: Pioli riparte da qui, alla ricerca di una quadratura del cerchio complicatissima e ben più problematica di quella trovata nelle ultime due stagioni, prima col 3-4-2-1 e poi col 4-2-3-1. La partita in casa del Sassuolo sarà uno spartiacque della stagione rossoblù e dell’avventura bolognese di Pioli: anche per questo il tecnico prova a ripartire dalla difesa, da sempre il suo marchio di fabbrica come allenatore.