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Bolognamania: l'agonia continua
Duecentosettanta minuti alla fine di un'agonia. Che prosegue, perchè sono passati altri novanta minuti e lì dietro nulla è cambiato: Chievo 30 punti, Sassuolo 28, Bologna 28, Livorno 25 e Catania 23. Perdono tutte, tanto per rafforzare il concetto che se esistessero degli Dei del calcio prenderebbero d'ufficio le ultime cinque della classifica portandole per manifesta inferiorità e demeriti sul campo in serie B. Perdono in modo diverso, però: il Bologna, tanto per cambiare, brilla per insipienza, venendo triturato in casa dalla Fiorentina. Venti minuti di discreto abbrivio, poi i viola quasi giocando in ciabatte segnano tre gol, trascinati da un Cuadrado in forma mondiale. Il tutto senza che i rossoblù siano riusciti a mostrare una parvenza di attirbuti, a dimostrare anche solo per un attimo di avere le facce giuste, di reagire, di tenerci. Macchè, distrutti senza dare ai tifosi – straordinari nel loro tifo British con cori e incitamenti fino al 90', anche sotto 0-3, prima di chiedere spiegazioni alla squadra con un faccia a faccia nel dopogara - la minima speranza a cui appigliarsi, in quanto la squadra pare avere l'encelogramma irrimediabilmente piatto.
Sicuramente più onorevole la sconfitta del Sassuolo contro la capolista Juventus: addirittura in vantaggio con gol di Zaza, ci è voluto il solito Tevez a pareggiare i conti poi nella ripresa ci hanno pensato Marchisio e Llorente. Ma è un Sassuolo vivo, con la faccia giusta, determinato, con un allenatore che sa osare (tridente contro la capolista e nel finale quattro punte) e che ha soprattutto grandi qualità in avanti, a fronte di tanti problemi dietro. «Esultare a un gol della Juventus, ecco come ci ha ridotti Guaraldi», è la battuta che imperversava sul web made in Bologna lunedì sera. Simil-Bologna la sconfitta del Catania, distrutto 4-0 a Verona, con la differenza che gli etnei almeno hanno provato nei primi minuti a metterla un po' sull'agonismo prima di arrendersi a super-Toni. Poca roba, a onor del vero, anche il Livorno, dove Spinelli ha riportato sulla panchina Davide Nicola (Di Carlo un minimo senso alla squadra l'aveva dato) e ha rimediato uno 0-2 contro la Lazio che poteva avere proporzioni ben maggiori.
Un vero e proprio suicidio sportivo quello del Chievo, che avanti 1-0 e con l'uomo in più a Genova si è fatto rimontare dai doriani, in una situazione in cui anche un pari sarebbe stato d'oro. Invece Soriano ha lasciato a zero i clivensi, che si sono divorati una chance incredibile: un colpo che può essere durissimo, ma tutte le altre quattro in fondo vorrebbero avere i punti dei veronesi. L'agonia prosegue, quindi, e il Bologna è “costretto” a sperare anche se tutto suggerisce che i rossoblù faranno compagnia nel terzetto delle retrocesse a Catania e Livorno. I numeri sulla carta consentono al gruppo di Ballardini si sperare ancora ma i rossoblù sembrano fiacchi, mesti, senza qualità e soprattutto privi di una società degna di tal nome alle loro spalle. E in queste condizioni, anche avere ancora una speranza assomiglia più a un prolungamento dell'agonia che altro.
Sicuramente più onorevole la sconfitta del Sassuolo contro la capolista Juventus: addirittura in vantaggio con gol di Zaza, ci è voluto il solito Tevez a pareggiare i conti poi nella ripresa ci hanno pensato Marchisio e Llorente. Ma è un Sassuolo vivo, con la faccia giusta, determinato, con un allenatore che sa osare (tridente contro la capolista e nel finale quattro punte) e che ha soprattutto grandi qualità in avanti, a fronte di tanti problemi dietro. «Esultare a un gol della Juventus, ecco come ci ha ridotti Guaraldi», è la battuta che imperversava sul web made in Bologna lunedì sera. Simil-Bologna la sconfitta del Catania, distrutto 4-0 a Verona, con la differenza che gli etnei almeno hanno provato nei primi minuti a metterla un po' sull'agonismo prima di arrendersi a super-Toni. Poca roba, a onor del vero, anche il Livorno, dove Spinelli ha riportato sulla panchina Davide Nicola (Di Carlo un minimo senso alla squadra l'aveva dato) e ha rimediato uno 0-2 contro la Lazio che poteva avere proporzioni ben maggiori.
Un vero e proprio suicidio sportivo quello del Chievo, che avanti 1-0 e con l'uomo in più a Genova si è fatto rimontare dai doriani, in una situazione in cui anche un pari sarebbe stato d'oro. Invece Soriano ha lasciato a zero i clivensi, che si sono divorati una chance incredibile: un colpo che può essere durissimo, ma tutte le altre quattro in fondo vorrebbero avere i punti dei veronesi. L'agonia prosegue, quindi, e il Bologna è “costretto” a sperare anche se tutto suggerisce che i rossoblù faranno compagnia nel terzetto delle retrocesse a Catania e Livorno. I numeri sulla carta consentono al gruppo di Ballardini si sperare ancora ma i rossoblù sembrano fiacchi, mesti, senza qualità e soprattutto privi di una società degna di tal nome alle loro spalle. E in queste condizioni, anche avere ancora una speranza assomiglia più a un prolungamento dell'agonia che altro.