Bolognamania:| Il tradimento di Porcedda
Il progetto, i giovani, una classifica comunque tranquilla per il momento. Puff, tutto gettato al vento, tutto scomparso. Non ottemperando alle scadenze del 15 novembre, data ultima per pagare la tranche di stipendi luglio-agosto-settembre, Sergio Porcedda ha tradito una città intera, che lo aveva accolto alla grande e aveva gradito il suo modo di fare calcio, un nuovo modo per Bologna dopo anni di prestiti e svincolati. Squadra giovane, accattivante, da plasmare. Il campo stava anche discretamente rispondendo, specie dopo il successo col Brescia che ha tolto il Bologna dalle secche della zona retrocessione.
Ora, però, ci ripiomberà, perché arriverà una penalizzazione pesante dopo i mancati pagamenti. Ma soprattutto, andrà tutto a catafascio: l'entusiasmo creato, la speranza di essere usciti dall'anonimato calcistico. Adesso Bologna - responsabilmente, come spesso ha fatto la tifoseria rossoblù nei momenti delicati - si stringerà attorno alla squadra, l'entità rossoblù che non ha alcuna colpa di cosa sta succedendo e probabilmente quella che si trova più a mal partito. Sostegno totale, anche perché - sempre che ci si fermi al -4 ipotizzato - servirà un'impresa da parte loro per far salvare il Bologna, mentre per Porcedda è stata scelta la linea dura.
Oggi, forse, Porcedda spiegherà i motivi del mancato pagamento, di quella misteriosa corsa contromano fuori da Casteldebole verso una caserma dei Carabinieri per effettuare una denuncia (pare verso un istituto bancario) lunga tre ore. Ha preannunciato anche che pagherà tutti nel giro di pochi giorni, ma dopo quell''ho pagato' di lunedì sera, poi disatteso dai fatti, il credito verso la gente è già finito. La tifoseria non vuole più vedere il sardo a Bologna, dopo anni di prese in giro si è - giustamente - rotta la scatole.
Adesso c'è un Bologna da salvare. I Menarini a tornare in sella non ci pensano nemmeno (anche perché la loro azienda non versa certo in acque tranquille), Porcedda non si sa come possa far fronte agli impegni - ricapitolando, tre milioni dell'Irpef relativa agli stipendi maggio-giugno 2010 versati a settembre e avanzati dalla gestione Menarini, sette milioni di questa tranche di stipendi più i restanti quindici milioni per chiudere la stagione, totale venticinque - bisognerà capire la reazione dei giocatori (che potrebbero chiedere la messa in mora) e salvo miracoli la salvezza sul campo è una chimera. La parola fallimento non è più un tabù, rischio ipotizzato anche dai Menarini nella loro conferenza del pomeriggio in mancanza di acquirenti. Insomma, il Bologna è sul baratro. Ecco il prezzo del tradimento. Di Porcedda e non solo.