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    Bolognamania:| Gillet e la debolezza della società

    Bolognamania:| Gillet e la debolezza della società

    Il Bologna sta per perdere un altro titolare della splendida cavalcata da 51 punti dello scorso anno: è Jean-François Gillet, il portiere che dopo un inizio di stagione travagliato aveva progressivamente fatto scivolare via il ricordo di Viviano, diventando uno dei beniamini della tifoseria. Quel che è peggio è che andrà al Torino di Urbano Cairo, ovvero una diretta concorrente dei rossoblù per la corsa salvezza, e lo farà per una cifra irrisoria, qualcosa meno dei due milioni richiesti da Albano Guaraldi. Mini plusvalenza rispetto ai soldi spesi la scorsa estate, e a quanto si dice - per ora della questione ha parlato solo il presidente, il portiere è rimasto in silenzio - Gillet accontentato, perché ritrova Ventura e Zinetti, suoi mentori già a Bari, e può sfruttare quello che nelle chiacchierate telefoniche con Guaraldi ha definito 'il contratto della vita'. Che, personalmente, dubito sarà molto più alto dei 750mila euro percepiti a Bologna, anzi, potrebbe essere identico.

    Contratto della vita o no, sono dell'idea che il Bologna dovesse semplicemente impedire all'affidabile portiere - merce rara, in serie A - di cambiare casacca. O valutandolo una cifra irrinunciabile, tipo 4-5 milioni di euro, oppure mettendosi di traverso e dichiarandolo incedibile: questo fa una società forte, blinda il proprio giocatore, specie se il proprio tecnico Pioli lo ritiene importante per il progetto. E invece prima i malumori messi in piazza per il voltafaccia del giocatore, poi la dichiarazione sul prezzo fatto per la cessione (due milioni), e infine altre critiche al belga, col risultato che se il portiere fosse rimasto a Bologna sarebbe comunque finito nel mirino della tifoseria al primo errore. Un disastro di comunicazione (in questi casi si picchia duro sull'altra società, poi semmai a cessione avvenuta si critica il comportamento del giocatore) che ha portato a un mezzo disastro tecnico: Gillet al Torino per una cifra irrisoria e Bologna che si ritrova senza portiere titolare.

    Lo scenario assume contorni ancora più preoccupanti leggendo i nomi che circolano per la sostituzione del belga: su tutti quello di Gianluca Curci, buon prospetto qualche anno fa e poi progressivamente perso tra stagioni negative, retrocessioni e panchine. Se le alternative sono di questo tipo (e vale anche per Carrizo della Lazio) meglio promuovere Agliardi, ragazzo serio, di talento, che l'anno scorso ha ritrovato la forma dei giorni migliori e ha risposto più che presente ogni volta che è stato chiamato in causa, sia in campionato che in Coppa Italia: un numero 12 che si è guadagnato sul campo i galloni di numero 1. Meglio evitare salti nel buio e affidarsi a una certezza già presente, magari cautelandosi con un numero 12 che possa all'occorrenza dare il suo contributo esattamente come fece Agliardi lo scorso anno. Resta comunque la piccola grande follia di aver rinforzato una concorrente per la salvezza e la cattiva gestione di una situazione in cui una società forte si sarebbe comportata diversamente. E avrebbe ancora in rosa Gillet, con buona pace del Torino.

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