AFP/Getty Images
Bolognamania: Donadoni sulla graticola?
Prima ci ha pensato Bigon a sottolineare la massima fiducia in Roberto Donadoni, seguito a ruota dal chairman Joey Saputo nell’ultima intervista rilasciata in Italia nel bel pieno della crisi rossoblù.
Ora però, con due punti maturati nelle ultime 7 giornate e frutto di cinque sconfitte e due pareggi, viene da chiedersi se sia il caso continuare con questo allenatore o se sia meglio trovare un “traghettatore” che faccia cambiare volto al Bologna in attesa di riprogrammare tutto nel giugno prossimo.
Sì, perché bisogna ammettere che probabilmente qualcosa è andato storto: se questo è il Bologna di cui i tifosi dovevano essere fieri allora bisogna fare dietrofront, rimboccarsi le maniche e ricominciare cercando di non commettere più errori. Come? Innanzitutto analizzando nel dettaglio la situazione, cercando di capire il perché di tutto questo.
Detto che le colpe di questa crisi profonda sono da suddividere fra più parti, partendo dalla dirigenza fino alla squadra, è sotto gli occhi di tutti che Donadoni a 12 partite dalla fine del campionato non abbia ancora trovato la quadra del cerchio e sia in grossa difficoltà anche solo nel trasmettere la giusta grinta per reagire ai suoi ragazzi.
Al di là di scelte di formazione contestabili, i dati alla mano sono tutti contro il suo operato: se è vero che l’anno scorso il suo carisma è stato di fatto la salvezza del Bologna, quest’anno la piega presa con i risultati degli ultimi due mesi rende impossibile pensare ad un rinnovo fino al 2020 come ipotizzato dalla società.
Ci auguriamo tutti che le cose possano cambiare ma al momento viene difficile anche solo pensarlo. La piazza è stanca di assistere ogni domenica a prestazioni insufficienti, atteggiamenti passivi, pochezza di idee e di gioco. Siamo oppure no alla fine di un ciclo?
Ora però, con due punti maturati nelle ultime 7 giornate e frutto di cinque sconfitte e due pareggi, viene da chiedersi se sia il caso continuare con questo allenatore o se sia meglio trovare un “traghettatore” che faccia cambiare volto al Bologna in attesa di riprogrammare tutto nel giugno prossimo.
Sì, perché bisogna ammettere che probabilmente qualcosa è andato storto: se questo è il Bologna di cui i tifosi dovevano essere fieri allora bisogna fare dietrofront, rimboccarsi le maniche e ricominciare cercando di non commettere più errori. Come? Innanzitutto analizzando nel dettaglio la situazione, cercando di capire il perché di tutto questo.
Detto che le colpe di questa crisi profonda sono da suddividere fra più parti, partendo dalla dirigenza fino alla squadra, è sotto gli occhi di tutti che Donadoni a 12 partite dalla fine del campionato non abbia ancora trovato la quadra del cerchio e sia in grossa difficoltà anche solo nel trasmettere la giusta grinta per reagire ai suoi ragazzi.
Al di là di scelte di formazione contestabili, i dati alla mano sono tutti contro il suo operato: se è vero che l’anno scorso il suo carisma è stato di fatto la salvezza del Bologna, quest’anno la piega presa con i risultati degli ultimi due mesi rende impossibile pensare ad un rinnovo fino al 2020 come ipotizzato dalla società.
Ci auguriamo tutti che le cose possano cambiare ma al momento viene difficile anche solo pensarlo. La piazza è stanca di assistere ogni domenica a prestazioni insufficienti, atteggiamenti passivi, pochezza di idee e di gioco. Siamo oppure no alla fine di un ciclo?