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    Bolognamania: ciao Sinisa, grazie di tutto

    Bolognamania: ciao Sinisa, grazie di tutto

    • Greta De Cupertinis
    Caro Sinisa,
    non è facile trovare le parole per salutarti e raccontare cosa sei stato in questi anni per me, per noi. Sembra impossibile pensare che tu non ce l’abbia fatta, ogni volta che si parlava di un peggioramento della situazione clinica il pensiero era sempre “E’ Mihajlovic, ce la farà”. I guerrieri non mollano mai, i guerrieri sanno affrontare le battaglie sempre a testa alta ed è difficile pensare che possano essere battuti: per questo mi sento di dire che nonostante tutto, per quanto probabilmente oggi sembra impossibile, tu hai vinto.

    Sì, hai vinto. Hai vinto con la vita che ti è stata portata via da una terribile malattia ma che hai donato a tutti noi: il tuo esempio, la tua lealtà, la tua tenacia saranno sempre nel cuore dei tifosi del Bologna e di tutta Italia. Quella con il Bologna poi, penso sia una storia che andrà sempre oltre: è andata oltre la fine di un rapporto professionale e andrà oltre la morte perché quello che noi bolognesi (e sì, lo sei anche tu) abbiamo condiviso insieme in questi tre anni di malattia difficilmente si può dimenticare.

    La tua schiettezza a volte ci ha fatto ridere e altre volte dannare ma quanto ci hai fatto emozionare? Quanto hai dato e quanto preso da questa città? Ho ancora in testa le immagini nitide di quel 13 luglio 2019, il giorno in cui hai annunciato la leucemia: ricordo ogni singolo istante di quella conferenza stampa seguita da Castelrotto, sede del ritiro del Bologna dove non sei mai arrivato. Il silenzio, le lacrime sui volti ma soprattutto le tue parole: “Devo fermarmi ma non ho paura. Io non gioco mai per perdere, altrimenti perdo: così nel calcio, così nella vita”.

    Ti chiamano “Divisivo” e probabilmente lo sei anche stato ma allo stesso tempo tu, più di tanti altri, hai saputo unire: sei stato testimonianza per tanti altri malati, hai aperto gli occhi a tutto il mondo, sei stato un esempio di coraggio e determinazione di quelli che riesce a cambiare chi ha vicino. E infatti, se mi sono iscritta all’ADMO (Associazione donatori midollo osseo, ndr) il merito è tuo. E chissà quanti altri come me.

    Se chiedi a un tifoso del Bologna qual è stato il momento più bello della tua storia da allenatore rossoblù ti diranno probabilmente due momenti: la cavalcata trionfale che ci ha permesso di rimanere in Serie A ma soprattutto quel Verona – Bologna di tre anni fa. Vederti arrivare al Bentegodi, così magro e così provato, solo per mantenere la promessa fatta ai tuoi ragazzi di esserci all’inizio del campionato è stata qualcosa di magico. Un’emozione talmente intensa che solo a ripensarci oggi fa venire gli occhi lucidi.

    E a proposito di questo, ieri mi è stato chiesto “Perché piangi? Non era mica un tuo amico”. È vero, non sei stato un amico ma sei stato e continuerai ad essere semplicemente uno di noi: come con le tue punizioni andavi dritto in rete, sei entrato dritto nei cuori di chi ha il sangue rossoblù. E non parlo da addetta ai lavori che ha avuto modo di vederti da vicino in conferenza stampa, parlo da bolognese che ha avuto la fortuna di condividere, insieme a tutti, la tua esperienza di vita sotto le Due Torri.  

    “Ho avuto e visto tutto” hai detto in un’intervista in occasione dei tuoi cinquant’anni. E allora Sinisa mi immagino che, da qualche parte in Paradiso, tu ti sia appena rimesso gli scarpini e sia sceso in campo. “E se tira Sinisa, è gol”.

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