Bolognamania: Benvenuto Rolando, ma...
Rolando Bianchi è del Bologna. Si è chiusa così la telenovela legata al centravanti rossoblù e va detto che con le risorse limitate della società – zero euro, ormai pare chiarissimo – è arrivato anche un attaccante discreto per una squadra che deve salvarsi, una delle rare occasioni che il mercato presentava a chi aveva pochi spiccioli da spendere. Probabilmente una scelta migliore di Roque Santa Cruz, cercato a lungo ma non adattissimo a giocare punta unica e rischioso da firmare con un oneroso triennale visti gli acciacchi avuti in carriera, ma l’ormai ex capitano del Torino non era certo la prima scelta del tecnico Pioli e arriva a Bologna per raccogliere un’eredità pesantissima come quella di Marco Di Vaio e Alberto Gilardino.
In particolare il ricordo recente del Gila sarà un’ombra che rischia di accompagnare Bianchi almeno nel primo anno della sua avventura bolognese: lui è carico e motivato al punto giusto, ma gli errori di comunicazione del presidente Guaraldi su tutta la vicenda Gilardino rischiano di farlo già bollare come un ripiego, non certo la migliore delle partenze. I tifosi rossoblù – nonostante in questi giorni qualcuno abbia cercato di far passare Gilardino come il maleducato poco attaccato a Bologna, cosa assolutamente priva di senso oltre che di fondamento – chiedevano a gran voce la conferma dell’attaccante della Nazionale e perderlo dopo tante vane promesse rischia di condizionare anche l’avvio dell’esperienza di Bianchi a Bologna.
Passando alle questioni tecniche, Bianchi è un centravanti diverso dal Gila, più abile nel gioco aereo, più lottatore, ma meno manovriero, meno tecnico e molto meno killer in area di rigore: gli serviranno rifornimenti diversi, buoni cross, occorrerà cambiare qualcosa. A questo penserà Stefano Pioli, molto positivo (pure troppo, diciamolo) nella prima conferenza stampa stagionale, ma con il completamento dell’ipotetico undici titolare con Curci e Bianchi – resta il nodo durissimo da sciogliere del sostituto di Perez ma per ora si cerca di far funzionare la mediana attuale – si può dire che questo Bologna è ben più debole di quello della passata stagione. Altro che alzare l’asticella, e se abbassarla da quota 51 può portarti a quota 44, abbassarla da quota 44 può farti finire all’Inferno. Il tutto dando per scontato – e non lo è – che resti Diamanti: cederlo sarebbe firmare una condanna a morte del Bologna.