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    Bolognamania: alla ricerca della felicità

    Bolognamania: alla ricerca della felicità

    • Greta De Cupertinis
    C’è un bambino all’aeroporto di Bologna, indossa la maglia del suo idolo Simone Verdi. Sta aspettando che il suo calciatore preferito torni dalla vacanze a Dubai per stringergli la mano e fare una foto con lui, mentre tutta Italia parla di una cessione imminente da parte del club rossoblù al Napoli. C’è un bambino, ma soprattutto c’è la speranza di ogni piccolo sognatore che non vuol vedere partire il proprio idolo, quel calciatore dotato di una qualità superiore alla media e capace, con le sue punizioni, di cambiare il corso di una partita.

    C’è un ragazzo e quel ragazzo si chiama Simone Verdi, l’eroe moderno che oggi dice no ad una big come il Napoli e sceglie il progetto rossoblù, sceglie Bologna. Sì, perché il numero 9 rossoblù non ha respinto la società partenopea ma ha rifiutato qualsiasi possibilità di essere ceduto a gennaio: la sua è una decisione d’istinto, di cuore, la volontà di continuare un percorso di crescita indossando la maglia rossoblù. Un messaggio chiaro e diretto, un segnale forte in un calcio dove ormai conta solo il business e il vil denaro.

    C’è chi dice no al doppio dello stipendio, c’è chi dice no alla possibilità di lottare per lo scudetto e l’Europa League, c’è chi dice sì alla crescita nel Bologna. E se a Napoli sono tanti i volti sorpresi da una decisione del genere, sotto le Due Torri si respira già un ritrovato entusiasmo. Il merito? E’ di un numero 9 che ha dimostrato come la volontà di un singolo, a volte, può cambiare le carte in tavola.

    E’ vero, il Bologna lo avrebbe ceduto anche a gennaio e in tanti ci siamo chiesti quale fosse la necessità di una mossa del genere in questo momento della stagione. Il tira e molla tra Bologna-Napoli -Verdi è durato settimane, se n’è parlato tanto ma è bene sottolineare quanto la volontà del giocatore di Broni sia stata decisiva: quel suo “Ho fatto la scelta che mi rende più felice” deve rendere orgoglioso ogni singolo tifoso del Bologna, oltre ad essere di per sé un insegnamento di vita e una profonda lezione di umiltà. 

    L’accoglienza nella partita contro il Benevento sarà speciale, motivo per cui sarebbe bello vedere scendere in campo Verdi con la fascia da capitano. Senza nulla togliere a Mirante, il gesto di Verdi vale più di qualsiasi parola e dimostra l’intelligenza e la leadership di un ragazzo che a 25 anni sa esattamente quello che vuole. E’ stata una scelta intelligente, pensando al ruolo da protagonista che ricopre sotto le Due Torri, ed è stata una scelta coraggiosa perché certi treni possono passare una volta e forse mai più.

    Nessun rimpianto, nessun rimorso: solo la volontà di continuare a fare bene con la maglia del Bologna. E se non è un capitano questo, cosa lo è? E allora ripenso a quel bambino sabato in aeroporto, penso a quanto sarà stato felice oggi di sentire le parole del suo idolo Simone Verdi. Penso a quanti giovani tifosi faranno a gara per avere la sua maglietta, a quanti gol realizzerà ancora in rossoblù e alla boccata d’ossigeno che la chiusura di questa trattativa ha portato.

    A giugno se ne riparlerà? Intanto è giusto e doveroso pensare ad oggi e al fatto che le sorprese siano spesso dietro all’angolo, anche quando pensiamo che sia finita. Il calciomercato è questo… e il calcio, certe volte, è ancora capace di raccontare storie meravigliose. 

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