Bologna, Tacopina dice basta alla guerriglia ultrà: 'Senza futuro se fanno scappare le famiglie'
“In questi mesi abbiamo lavorato senza risparmio su un’idea - si legge nella nota dell’avvocato newyorkese -: il calcio può dar vita a una bella idea di comunità. Attraverso il calcio possiamo rendere più piacevole la nostra vita e possiamo tentare di alleviare i problemi che la quotidianità ci riserva. Il calcio forse non ci renderà più felici, ma può renderci più consapevoli che l’essenza della vita è stare insieme. Creare comunità significa infatti che i nostri problemi, se condivisi, saranno più lievi e le nostre gioie, se vissute l’uno accanto all’altro, ancora più intense”.
Tacopina ritorna su quelle tristissime istantanee di ieri: “A Castelrotto abbiamo visto bambini e famiglie fuggire mentre ci si picchiava con bastoni e coltelli. Abbiamo visto un luogo di divertimento come il Bologna Fan Village trasformato in un’arena per difendersi o attaccare. Non crediamo a una comunità di moralisti, dove qualcuno prescriva dall’alto come comportarsi. Ma crediamo profondamente nel rispetto che genera condivisione delle emozioni e dei sentimenti. E che cosa c’è da condividere nell’atteggiamento di gruppi che si riconoscono e si sfidano a colpi di coltello e di bastone? Non si prova tristezza nel vedere quei bambini scappare e il campo di calcio vuoto?”.
Il sentimento in casa Bologna è anche quello di una grossa delusione. “Abbiamo vissuto mesi importanti e ci siamo abbracciati, piangendo, per la felicità di una promozione che ci proiettava nel mondo dei sogni. Ora il nostro impegno deve essere quello di rispettare i sogni che abbiamo fatto sbocciare. Ciascuno di noi porti serenità e parli a chi mostra ostilità o indifferenza. Tutti devono avere la possibilità di vivere il calcio come una festa”.
Tacopina conclude con un appello indiretto alla città: “Le istituzioni ci daranno una mano, perché sanno quanto può perdere Bologna da fatti del genere. Bologna è e sia sempre luogo di gusto e di bellezza, ovunque nel mondo porti i suoi colori e i suoi simboli. Ma se uomini, donne e ragazzi sono costretti a scappare allora non c’è bellezza e non c’è futuro. Il nostro club, perciò, vigilerà compatto e deciso. Nessuno dovrà più provare paura, nessuno rovini il nostro modo di stare insieme, figlio della cultura della nostra città”.
(da Il Resto del Carlino)