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Bologna, Di Vaio: 'Panchina d'oro subito a Mihajlovic'
"Dieci anni fa ci saremmo salvati anche se fosse rimasto lui. E' cambiato, invece, nell'essersi creato uno staff che lo ha plasmato, completato, migliorato. Il primo Miha forse era più motivazionale, quello attuale è meno istintivo. Il suo messaggio è di livello mondiale, di grande speranza per tutte le persone che vivono un problema come il suo o simile. E lo è dalla comunicazione data al fatto di non nascondersi mai: non salta una riunione con lo staff, una seduta video, un allenamento nonostante sia sotto febbre o non al pieno delle forze; chiama i giocatori, li motiva. Le volte in cui è venuto alla partita l'hanno visto tutti, ma è il quotidiano che lo rende ancor più forte, speciale. Una sua parola, un suo sguardo può dare tutto. Nel gruppo scatena una reazione sicura".
"L'altra sera dopo la partita Bologna-Real Madrid Legends, match che contiamo di replicare con anche altre squadre per gare a scopo benefico, ho detto che siamo una famiglia: è così, non ci sono più barriere né muri qui. Il primo step si è creato quando Sinisa ha deciso di rimanere. Poi la video-chiamata con l’annuncio che ha fatto alla squadra: indescrivibile. Poi, quando la squadra è andata sotto la sua camera dopo Brescia e quando Sinisa è apparso a Verona: non avrebbe potuto farlo, non poteva. L'ha fatto. Come da promessa alla squadra".