Boban: 'Troppi individualisti e poca corsa, ecco perchè il Milan va male. Barbara e Galliani insieme una follia'
Riportiamo integralmente l'intervista rilasciata al Corriere della Sera dall'ex giocatore del Milan Zvominir Boban, oggi apprezzato opinionista di Sky Sport, che non ha usato mezze misure per descrivere il difficile momento della formazione rossonera.
Zvonimir Boban, che cosa sta succedendo al Milan?
"C’è un grave errore di prospettiva: una grande confusione tra quello che si è e quello che si pensa di essere".
Diciamo presunzione?
"Sì. Qualcuno ha creduto in qualcosa che non potrà mai esistere, almeno con questa rosa. E dopo qualche partita fatta molto bene, almeno sul piano caratteriale, fino ai buoni match contro Napoli e Roma, la convinzione di essere altro da sé, sostenuta anche troppo a livello mediatico, ha provocato questo rilassamento".
Secondo lei è grave?
"Non è un dramma totale, ma di una certa importanza".
Cosa la sconcerta di più?
"Più ancora che i risultati, è il come stanno arrivando. La rosa non è straordinaria, ma non è peggio di Samp o Empoli. Avete visto il primo tempo con l’Atalanta? Inaccettabile".
La ragione principale?
"Troppi giocatori che non sanno giocare bene con gli altri, che non corrono con continuità, che sono incompatibili con l’idea di un gioco fluido. Un giocatore individualista funziona se inserito in un tessuto tattico armonico, sennò è controproducente. Ma, vista così, questa è una squadra che non potrà mai giocare bene".
Inzaghi sarà contento...
"Per Pippo non è facile, come tecnico sta maturando. Sottovoce aveva fatto capire che questo Milan non è da terzo posto, ma i messaggi trionfalistici della società hanno creato guai anche a lui".
Dunque il modulo è un falso problema?
"Può giocare 4-3-3 o 4-2-3-1 a seconda degli avversari. Ma il calcio fluido resterà utopia".
Allora è superfluo anche il dibattito sul centravanti?
"L’errore Torres ha scombinato tutto. Con il falso nove Inzaghi ha fatto di necessità virtù, ma un vero centravanti è la base del calcio, soprattutto nei momenti difficili".
E Menez? A lei, che aveva piedi fuori dalla norma, dovrebbe piacere...
"Sì, ma come esterno, uomo di dribbling e assist. Anche se la sua imprevedibilità è un’arma a doppio taglio: può sorprendere gli avversari ma anche i compagni".
Tanti difetti strutturali, insomma. Eppure Silvio Berlusconi è convinto che questoMilan non sia inferiore a nessuno in Italia...
"Il presidente purtroppo ha perso la visione di ciò che il calco è diventato oggi. Quello che ha fatto Berlusconi è una cosa, quello che fa ora è un’altra. Proprio come il Milan. Da genio della comunicazione ha lanciato messaggi surreali, ma alla fine la verità vince sempre".
Lo hanno capito anche i fischiatori di San Siro.
"Normale. Si sentono presi in giro. Vorrebbero dei guerrieri e non li vedono. Perché alla tua squadra può anche mancare il gioco, non il gruppo e il senso di appartenenza".
Dello spirito del suo Milan non c’è proprio più nulla?
"Anche se questo è l’opposto del mio, rimane il fascino. Quello non potrà mai mancare. Amo il Milan, perciò la situazione mi rattrista".
Sacchi è una soluzione?
"Io lo adoro, è il più grande rivoluzionario del calcio, però dico: Arrigo basta".
Perché?
"Perché sarebbe ingombrante e di cattivo gusto. Come consulente esterno, perfetto. Di più, un puro anacronismo".
La strana coppia Galliani/Barbara Berlusconi poi non aiuta, giusto?
"È talmente evidente... È un’assurdità avere due amministratori delegati".
Un altro anno senza Champions sarebbe un disastro?
"Non è così importante. Quelli sono gli effetti. Prima serve rifondare la struttura".
Boban, da presidente, come farebbe?
"Ristabilirei gerarchie e chiarezza istituzionale".
Altro?
"Chiamerei Paolo Maldini".
Zvonimir Boban, che cosa sta succedendo al Milan?
"C’è un grave errore di prospettiva: una grande confusione tra quello che si è e quello che si pensa di essere".
Diciamo presunzione?
"Sì. Qualcuno ha creduto in qualcosa che non potrà mai esistere, almeno con questa rosa. E dopo qualche partita fatta molto bene, almeno sul piano caratteriale, fino ai buoni match contro Napoli e Roma, la convinzione di essere altro da sé, sostenuta anche troppo a livello mediatico, ha provocato questo rilassamento".
Secondo lei è grave?
"Non è un dramma totale, ma di una certa importanza".
Cosa la sconcerta di più?
"Più ancora che i risultati, è il come stanno arrivando. La rosa non è straordinaria, ma non è peggio di Samp o Empoli. Avete visto il primo tempo con l’Atalanta? Inaccettabile".
La ragione principale?
"Troppi giocatori che non sanno giocare bene con gli altri, che non corrono con continuità, che sono incompatibili con l’idea di un gioco fluido. Un giocatore individualista funziona se inserito in un tessuto tattico armonico, sennò è controproducente. Ma, vista così, questa è una squadra che non potrà mai giocare bene".
Inzaghi sarà contento...
"Per Pippo non è facile, come tecnico sta maturando. Sottovoce aveva fatto capire che questo Milan non è da terzo posto, ma i messaggi trionfalistici della società hanno creato guai anche a lui".
Dunque il modulo è un falso problema?
"Può giocare 4-3-3 o 4-2-3-1 a seconda degli avversari. Ma il calcio fluido resterà utopia".
Allora è superfluo anche il dibattito sul centravanti?
"L’errore Torres ha scombinato tutto. Con il falso nove Inzaghi ha fatto di necessità virtù, ma un vero centravanti è la base del calcio, soprattutto nei momenti difficili".
E Menez? A lei, che aveva piedi fuori dalla norma, dovrebbe piacere...
"Sì, ma come esterno, uomo di dribbling e assist. Anche se la sua imprevedibilità è un’arma a doppio taglio: può sorprendere gli avversari ma anche i compagni".
Tanti difetti strutturali, insomma. Eppure Silvio Berlusconi è convinto che questoMilan non sia inferiore a nessuno in Italia...
"Il presidente purtroppo ha perso la visione di ciò che il calco è diventato oggi. Quello che ha fatto Berlusconi è una cosa, quello che fa ora è un’altra. Proprio come il Milan. Da genio della comunicazione ha lanciato messaggi surreali, ma alla fine la verità vince sempre".
Lo hanno capito anche i fischiatori di San Siro.
"Normale. Si sentono presi in giro. Vorrebbero dei guerrieri e non li vedono. Perché alla tua squadra può anche mancare il gioco, non il gruppo e il senso di appartenenza".
Dello spirito del suo Milan non c’è proprio più nulla?
"Anche se questo è l’opposto del mio, rimane il fascino. Quello non potrà mai mancare. Amo il Milan, perciò la situazione mi rattrista".
Sacchi è una soluzione?
"Io lo adoro, è il più grande rivoluzionario del calcio, però dico: Arrigo basta".
Perché?
"Perché sarebbe ingombrante e di cattivo gusto. Come consulente esterno, perfetto. Di più, un puro anacronismo".
La strana coppia Galliani/Barbara Berlusconi poi non aiuta, giusto?
"È talmente evidente... È un’assurdità avere due amministratori delegati".
Un altro anno senza Champions sarebbe un disastro?
"Non è così importante. Quelli sono gli effetti. Prima serve rifondare la struttura".
Boban, da presidente, come farebbe?
"Ristabilirei gerarchie e chiarezza istituzionale".
Altro?
"Chiamerei Paolo Maldini".