Leggi le formazioni e trovi Boateng trequartista. Pensi: è una finta, sarà l'agente speciale per non far giocare Diamanti. Leggi le formazioni, trovi Konè insieme a Diamanti e pensi: sarà l'aiuto a Diamanti per accompagnare Caracciolo. E invece Boateng diventa l'attaccante aggiunto, in appoggio a Ibrahimovic e Robinho. Diventa l'apriscatole, quello che dà il via alle danze rossonere. L'uomo in più, Kevin Prince Boateng. Un uomo di fatica il ghanese «tedesco», che accende le luci a San Siro inventandosi per una sera uomo di qualità. Anzi, animale da gol. Un Pippo Inzaghi abbronzato, come direbbe il presidentissimo. Fa il trequartista, ma fa anche la punta esterna. Gioca largo. A sinistra nel primo tempo, più a destra nella ripresa. Tanto di spazi dove andare ce ne sono in quantità industriale. Konè doveva invece riuscire ad essere l'ago della bilancia. In campo al posto di Eder per dare equilibrio alla squadra. Un po' centrocampista, un po' attaccante. Non è né uno né l'altro. Né carne né pesce. E il Brescia affonda. Senza equilibri. Perché c'è trequartista e trequartista. Allegri dopo il centrocampo tutto muscoli ha trovato una nuova arma: il trequartista tutto corsa e sostanza.