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    Milan, bivio Montolivo: riscatto o addio

    Milan, bivio Montolivo: riscatto o addio

    • Matteo Serra
    Il Milan 2017/2018 è nato ufficialmente ieri con la prima partita ufficiale della stagione: l'andata del preliminare di Europa League contro il Craiova. Un Milan nuovo, che ha generato, con una campagna acquisti che non si vedeva da diversi anni, entusiasmo e curiosità in una piazza che nelle ultime stagioni aveva vissuto finestre di mercato caratterizzate dalla ricerca dell'occasione da cogliere al minor prezzo possibile. Complici le assenze per ragioni burocratiche per alcuni, fisiche per altri, molti volti nuovi però non hanno preso parte alla partita di ieri e così, in mezzo al campo e con la fascia al braccio, c'era ancora Riccardo Montolivo, chiamato, in quella che sta iniziando, ad una stagione chiave per la sua carriera. 

    AMORE MAI SBOCCIATO - Quando Montolivo arriva al Milan, è un giocatore pronto al salto di qualità. Dopo 7 stagioni alla Fiorentina, di cui è anche stato capitano, decide di accettare l'offerta di Galliani e arriva a zero a Milano. In rossonero Montolivo non riesce mai a creare un feeling solido con la tifoseria, già infelice per i risultati che non arrivano più come una volta. Nel 2013, con l'addio di Ambrosini che va a chiudere il cilco del Grande Milan dei primi anni 2000, Montolivo eredita anche la fascia da capitano. Una scelta che l'ambiente Milan non ha mai gradito a pieno, trasformando il centrocampista e la sua fascia nel simbolo del declino del Milan nella parte conclusiva dell'era Berlusconi. Quando i risultati non arrivano, si tende a vedere tutto più nero e le prestazioni di Montolivo vengono considerate anche più negative di quelle che siano nella realtà. "Se qualcosa può andar male, andrà male", recita la Legge di Murphy; è quello che succede a Montolivo, vittima di due gravi infortuni in Nazionale nel 2014 e nel 2016, che gli fanno perdere gran parte delle ultime stagioni, scivolando sempre più in fondo nelle graduatorie del Milan. 

    IL NUOVO CORSO - L'arrivo della nuova proprietà cinese porta entusiasmo e soprattutto nuovi fondi per creare un nuovo Milan, ricco e potente sul mercato. Tra i tanti colpi arriva anche Lucas Biglia, l'uomo chiamato a prendere il posto in campo di Montolivo. Alla perdita della titolarità, ecco anche la questione fascia di capitano, che per molti passerà dal suo braccio sinistro a quello del neo acquisto Bonucci. Montolivo è chiamato così, all'alba dell'ottava stagione in rossonero, ad un croce via fondamentale. Biglia, notoriamente, è un giocatore che è solito ad infortuni e quindi Montolivo potrà ritagliarsi minuti in campo, ma non c'è dubbio che se l'argentino sta bene per Montella è lui il titolare. Nell'anno dei Mondiali, Montolivo ha comunque più volte ribadito la sua volontà di restare al Milan, di cui è ancora formalmente capitano, ma se a fine stagione il minutaggio non dovesse essere stato quello che spera, è naturale che qualche domanda sul futuro nella sua testa se la farà. A 32 anni è ancora un giocatore che può dire la sua nel campionato italiano e difficilmente potrebbe gradire di vedersi costantemente alle spalle di Biglia nel lungo periodo. Montolivo è un professionista esemplare e eviterà ogni polemica, ma la voglia di rivalsa di un giocatore spesso ha la meglio su altre logiche. Il Milan e Riccardo Montolivo si danno appuntamento tra qualche mese, per capire se sarà il caso di mettere la parola fine ad una storia d'amore che tutti e due forse immaginavano diversa, ma che ancora può essere salvata.  


    @MattSerra5

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