Getty Images
Biraghi, mollato dall'Inter adesso è in Nazionale. E segna gol d'autore in viola, come quella volta...
Un treno improvviso. È il suo motto, “vae victis”, guai ai vinti. Ed alla fine, si può dire che ha avuto ragione a crederci. Retrocesso in Serie B con il Pescara, il filo diretto tra il proprio agente Mario Giuffredi e Pantaleo Corvino ne ha agevolato il rilancio: adesso, Cristiano Biraghi è titolare in una Fiorentina, pur senza obiettivi, che ha guidato alla vittoria contro il Chievo, grazie alla sua conclusione che si è estinta all’incrocio dei pali. Tra mille dubbi, prestazioni talvolta non all’altezza e errori grossolani – proprio all’andata, contro i clivensi, visse il suo momento peggiore – si è preso il posto e la continuità. Oltre alla Nazionale.
SOGNO AZZURRO – Partiamo dalla fine. O meglio, dal traguardo. Il Commissario Tecnico ad interim Di Biagio lo ha convocato per lo stage in Nazionale: lui, insieme a Chiesa e Benassi, oltre al viola in prestito Venuti, saranno presenti a Coverciano, a pochi passi da casa. Una chiamata inaspettata che certifica il ritorno in 'Azzurro' dopo la trafila delle selezioni giovanili, assaporate fin dai tempi dell’Inter. “È un premio per ciò che sto facendo, dovrò dimostrare che la convocazione è stata meritata”, ha commentato dopo la gara contro il Chievo.
GOL D’AUTORE – Eccoci, nuova tappa: la rete realizzata ieri. Appoggio di Astori e palla sotto il ‘sette’. La bordata di Biraghi – che due minuti prima aveva sparato addosso a Sorrentino – e i tre punti. “È stata la domenica perfetta, con la centesima presenza in Serie A ed il gol”, per un momento da favola. Lui, terzino con la dote del mancino: angoli, punizioni, spesso i calci piazzati terminano sotto la sua ala. Un piede che sa essere magico. Si notò fin da subito, nel 2010, quando con la maglia dell’Inter punì, in amichevole, il Manchester City, con una bordata che fece il giro d’Europa. Cross di Mancini, bomba in rete e l’abbraccio di Stankovic ed Eto’o.
MOLLATO DALL’INTER – Biraghi e Manaj al Pescara, Caprari a Milano. Un’operazione tra giovani e a lungo termine. E il terzino, arrivato nella società milanese nel 2003 dall’Atalanta, perse definitivamente la via nerazzurra, dopo aver girato in prestito cinque realtà. Una stagione a Pescara che sembrava averlo tolto dal palcoscenico maggiore: invece, nonostante la retrocessione degli abruzzesi, la necessità di sostituire Milic e la volontà di provare a migliorare la scelta di Olivera, ha portato la Fiorentina a puntare su di lui, in prestito oneroso con obbligo di riscatto.
NON IL FUORICLASSE – Tanto da migliorare, vari limiti da colmare e levigare. Talvolta è affidabile, altre un problema. Nel ridimensionamento della Fiorentina, lui ha sicuramente migliorato la qualità sulla fascia sinistra, a fronte dei predecessori e degli attuali avversari interni. Il dono dei calci piazzati e del saper calciare in porta, poi, è un’arma in più. Non è un fenomeno, era chiaro fin dall’inizio, ma in fondo non sta poi facendo così male.
SOGNO AZZURRO – Partiamo dalla fine. O meglio, dal traguardo. Il Commissario Tecnico ad interim Di Biagio lo ha convocato per lo stage in Nazionale: lui, insieme a Chiesa e Benassi, oltre al viola in prestito Venuti, saranno presenti a Coverciano, a pochi passi da casa. Una chiamata inaspettata che certifica il ritorno in 'Azzurro' dopo la trafila delle selezioni giovanili, assaporate fin dai tempi dell’Inter. “È un premio per ciò che sto facendo, dovrò dimostrare che la convocazione è stata meritata”, ha commentato dopo la gara contro il Chievo.
GOL D’AUTORE – Eccoci, nuova tappa: la rete realizzata ieri. Appoggio di Astori e palla sotto il ‘sette’. La bordata di Biraghi – che due minuti prima aveva sparato addosso a Sorrentino – e i tre punti. “È stata la domenica perfetta, con la centesima presenza in Serie A ed il gol”, per un momento da favola. Lui, terzino con la dote del mancino: angoli, punizioni, spesso i calci piazzati terminano sotto la sua ala. Un piede che sa essere magico. Si notò fin da subito, nel 2010, quando con la maglia dell’Inter punì, in amichevole, il Manchester City, con una bordata che fece il giro d’Europa. Cross di Mancini, bomba in rete e l’abbraccio di Stankovic ed Eto’o.
MOLLATO DALL’INTER – Biraghi e Manaj al Pescara, Caprari a Milano. Un’operazione tra giovani e a lungo termine. E il terzino, arrivato nella società milanese nel 2003 dall’Atalanta, perse definitivamente la via nerazzurra, dopo aver girato in prestito cinque realtà. Una stagione a Pescara che sembrava averlo tolto dal palcoscenico maggiore: invece, nonostante la retrocessione degli abruzzesi, la necessità di sostituire Milic e la volontà di provare a migliorare la scelta di Olivera, ha portato la Fiorentina a puntare su di lui, in prestito oneroso con obbligo di riscatto.
NON IL FUORICLASSE – Tanto da migliorare, vari limiti da colmare e levigare. Talvolta è affidabile, altre un problema. Nel ridimensionamento della Fiorentina, lui ha sicuramente migliorato la qualità sulla fascia sinistra, a fronte dei predecessori e degli attuali avversari interni. Il dono dei calci piazzati e del saper calciare in porta, poi, è un’arma in più. Non è un fenomeno, era chiaro fin dall’inizio, ma in fondo non sta poi facendo così male.