Calciomercato.com

  • Bingo De Laurentiis:| Dalla C alla Champions

    Bingo De Laurentiis:| Dalla C alla Champions

    • G.S.

    L'Italia del calcio scopre il Napoli. Era ora. Ma l'ha anche capito? Offre squarci di futuro: come vincere facendo impresa. Anche Napoli forse l'ha capito, né poteva immaginarlo quel mattino di fine agosto, quando Aurelio De Laurentiis arrivò all'alba da Capri con un motoscafo per comprare il Napoli. 'Unicredit', nella sede di via Verdi alla sette, gli preparò assegni circolari per 29,5 milioni di euro. Alle dieci nel profondo grigio della Fallimentare, a Castel Capuano, il produttore della più longeva serie di film al mondo (il prossimo 'cinepanettone' di Natale sarà il 27esimo) mostrò gli inattesi titoli di credito. Il Napoli era suo: nessuno aveva offerto tanto, nessuno accettava di rifondare il club in serie C1.

    Sembrò una follia, qui non erano stati raccolti 6 milioni con la 'cordata istituzionale' di 12 imprenditori per salvare il Napoli in B. Nel chiostro fu parcheggiato un mini-bus con 14 tra avvocati e commercialisti. 'Sono i miei professionisti', si scusò De Laurentiis. Che non fosse un dissennato spaccone, lo dimostrò subito. Da una parte un'offerta irresistibile, dall'altra il no ad assumere chef e sei, sette impiegati della società ormai fallita. Non si è mai discostato dalle sue regole: De Laurentiis non esita ad acquistare per 18 milioni Quagliarella o Cavani, ma non paga un euro alla buvette del San Paolo. Le convezioni con chi offre servizi allo stadio come nei cinema di Roma sono ferree. Ricordate il 'pullman dei miei professionisti'? I suoi contratti con tonnellate di clausole e penali. Li rispetta lui, li rispettino gli altri. Sette anni dopo, si conclude il volo dalla C1 alla Champions, sembra ormai certa. E con 4 bilanci consecutivi in attivo.

    Lo stile De Laurentiis, facile da captare solo nella sua oculata gestione, è ancora enigmatico per molti. Volubile ed estroverso, facile alle polemiche nelle dirette Sky come all'ira, lo dimostra il ceffone al presidente laziale Lotito in Lega con rapide scuse, nella comunicazione ricorda Berlusconi, il premier amico che tentò di candidarlo a sindaco di Napoli. Autoritario sotto una vernice di suadente demagogia, dà interviste attraverso i monologhi con una sola radio. Ieri ha fatto sapere che non c'è prezzo per acquistare Cavani. Da applausi, certo. Ma anche astuto tempismo. Vuole respingere i possibili acquirenti dal cartellino del miglior cannoniere italiano, 25 gol con soli 4 rigori. Secondo il Daily Star il Manchester City allenato dall'italiano Roberto Mancini è pronto a pagare per Cavani e Ibrahimovic 110 milioni di euro, lieve sacrificio per il suo presidente-sceicco.

    L'attaccante milanista ne guadagna 12, Cavani molto meno: 1,3 con scadenza fra 4 anni. Qualsiasi offerta può turbare i suoi rapporti con il Napoli, meglio annunciare quindi che è incedibile, vero? De Laurentiis prima o poi migliorerà il contratto con qualche incentivo, ma niente eccessi. Perché il limite degli ingaggi, mai più di due milioni, e il rispetto dei contratti, sono i segreti di una gestione corretta. Il Napoli li contiene nei 40 milioni. Il Milan gira ai giocatori 135 dei 249 che incassa. L’Inter 140. La Juve 125. Con gli acquisti spesso sballati, le grandi società del Nord sforano. Deficit per almeno 40 milioni, la Juve quest'anno 60. Sono club che allegramente navigano nel dissesto.

    E penosamente si lasciano superare dall'austero Napoli, ormai lanciato verso la Champions. Il Napoli ci va con un organico di alto potenziale offensivo: Cavani, Lavezzi e Hamsik hanno segnato 40 gol in tre e valgono una fortuna, non superando i 70 anni. Ma è limitato il numero dei giocatori: i grandi club ne hanno almeno dieci in più. De Laurentiis realizza il risparmio migliorando anche l'assistenza e la preparazione che consente vittorie con i deliranti finali. Una ricerca del congresso al 'Centro Isokinetic' di Bologna il 12 marzo ha rivelato quanto pesino gli infortuni e i tempi di riabilitazione. Il Napoli ha avuto in media solo 1,5 indisponibili a gara. Juve e Inter 5,5, l'Inter 4,8. Anche lo staff medico del fisiatra Alfonso De Nicola e il preparatore Giuseppe Pondrelli spiegano le fortune tecniche di Mazzarri e quelle economiche di De Laurentiis.

    La Champions chiederà uno scatto di qualità. Una squadra più competitiva. Ecco perché la società ha assunto come direttore generale Marco Fassone, il manager che si disinteressa di questioni tecniche per essere egemone nell'area-business. Con De Laurentiis eleverà il fatturato da 112 ad almeno 160 milioni. Impresa non impossibile per l'esperienza di Fassone (nella Juve marketing e operazione stadio nuovo) perché la Champions promette 25 milioni per il girone a 4, quindi gli incassi di ottavi, quarti, semifinali e finalissima per chi vi arriva. Quando il calcio diventa Bingo.

    (La Repubblica - Edizione Napoli)

    Altre Notizie