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Biglia: 'Ho lasciato il Milan in lacrime. Per la Lazio rifiutai una big europea, ho sofferto per gli insulti dei tifosi'
L’ex centrocampista di Lazio e Milan Lucas Biglia ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport, nella quale ha svelato diversi retroscena sulla sua esperienza nel calcio italiano. A partire dal tormentato addio ai colori rossoneri: "Pioli l’anno scorso ha scelto di far giocare Bennacer, ma nessun problema. Quando sono andato via ho pianto però, sono fatto così”.
Non meno travagliato è stato il passaggio dalla Lazio al Milan, con tanto di insulti da parte dei tifosi biancocelesti: "Le 6 finali perse sono il maggior rimpianto. Me ne bastava una, una soltanto, e sarebbe stato più semplice prendere molte decisioni. Gli insulti e le critiche che mi presi ad Auronzo due giorni prima di lasciare la Lazio. Non me li meritavo. Mi hanno fatto male sul serio, perché con la Lazio mi sono sempre comportato in modo corretto. Lo dovevo a Tare, che un giorno venne a vedermi in Belgio e a fine partita disse che sarei diventato il regista titolare della Lazio, e ai tifosi stessi. Per restare a Roma ho detto no a una big europea. Non posso dire quale, ma non meritavo di essere chiamato mercenario. Il mio rinnovo con i biancocelesti è stato il più lungo della storia, volevo restare. Scelsi il Milan per provare una nuova sfida, che male c’è? “.
Non meno travagliato è stato il passaggio dalla Lazio al Milan, con tanto di insulti da parte dei tifosi biancocelesti: "Le 6 finali perse sono il maggior rimpianto. Me ne bastava una, una soltanto, e sarebbe stato più semplice prendere molte decisioni. Gli insulti e le critiche che mi presi ad Auronzo due giorni prima di lasciare la Lazio. Non me li meritavo. Mi hanno fatto male sul serio, perché con la Lazio mi sono sempre comportato in modo corretto. Lo dovevo a Tare, che un giorno venne a vedermi in Belgio e a fine partita disse che sarei diventato il regista titolare della Lazio, e ai tifosi stessi. Per restare a Roma ho detto no a una big europea. Non posso dire quale, ma non meritavo di essere chiamato mercenario. Il mio rinnovo con i biancocelesti è stato il più lungo della storia, volevo restare. Scelsi il Milan per provare una nuova sfida, che male c’è? “.