Calciomercato.com

  • Bernardini: Trap, inconsapevole comico

    Bernardini: Trap, inconsapevole comico

    C’è un nuovo tipo di comicità in televisione. Quella che, durante le partite della nazionale azzurra, vede come protagonista “in voce” Giovanni Trapattoni. Un ultrasettantenne che, malgrado una maratona esistenziale percorsa sotto i riflettori della popolarità, è riuscito a mantenere intatti tutta la freschezza e tutto il candore tipici di un ragazzino. Stupisce il popolo di Twitter e quello della Rete in generale scoprendo di aver a che fare con un personaggio talmente vero e autentico da sembrare programmato. Ma pensando così si commette un grave errore di valutazione e soprattutto non si rende il giusto merito alle qualità umane dell’uomo che sta diventando mediaticamente il nonno più simpatico d’Italia dopo “Nonno Libero” di un medico in famiglia. Con un importante distinguo. Giovanni, a differenza di Lino Banfi, non segue un copione e le sue “uscite” sono completamente farina del suo sacco. Perché il Trap è così. Come lo si vede e come lo si sente dire. Lo è sempre stato, ve lo posso assicurare. Insieme con lui e la sua Juventus più bella e più magica di tutti i tempi ho avuto la fortuna di girare il mondo per raccontare le magie realizzate da un  gruppo di ragazzi che, alla fine della fiera, erano lo specchio del loro maestro. Non un semplice allenatore e un uomo di sani principi e provvisto di una sola parola così come di una sola faccia. Non a caso allievo di un altro uomo vero come Nereo Rocco e con in più una certa sobria eleganza appresa da Gipo Viani, ha sempre permesso a tutti coloro che gli stavano vicino e che lo seguivano con attenzione di vivere una vita, professionale e non, priva di equivoci e di finzioni farisaiche. Il bianco era bianco e il nero. Le sfumature ruffiane non appartenevano alla filosofia di vita di un ex operaio tipografo che a, Cusano Milanino, si alzava alla cinque per raggiungere il posto di lavoro in bicicletta insieme al suo amico Gigi Radice. Trapattoni ha vissuto tre volte. La prima come lottatore in campo capace, una notte, di fermare anche Pelè. La seconda come buon maestro per giovani di buona volontà e di campioni mai presuntuosi. Ora, probabilmente stanco di fare il nomade, come il nuovo personaggio televisivo che certamente le nuove generazioni non si aspettavano avendolo soltanto conosciuto da lontano. E subito, al pronti e via, ha già sfondato il video portando con la sua comicità semplice, gradevole seppure talvolta inconsapevole una ventata di aria fresca e buona in mezzo a quella spesso velenosa di un gioco chiamato calcio. Grazie, Trap. Vincerai anche questa ultima e strana battaglia.

    Marco Bernardini

    Altre Notizie