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    Bernardeschi si esalta con San Marino: troppo facile, però Mancini aveva già deciso

    Bernardeschi si esalta con San Marino: troppo facile, però Mancini aveva già deciso

    • Giancarlo Padovan
    Se le Nazionali avversarie fossero tutte come San Marino, Federico Bernardeschi meriterebbe la chiamata per l'Europeo  e con lui anche Pessina, Politano e Castrovilli. Ma non è così, anche se - temo - che Roberto Mancini abbia già deciso di portare lo juventino più deludente della stagione, magari proprio a scapito di Politano. 

    Se non fosse così mi risulterebbe strano comprendere perché il c.t. ha deciso di schierarlo da titolare e capitano, come finto centravanti, nella prima e penultima amichevole (la prossima sarà venerdì contro la Repubblica Ceca) prima dell'inizio della rassegna continentale. Non era difficile prevedere che, al di là di una mezzora fatta di ghirigori e scarabocchi, Bernardeschi avrebbe trovato il gol, la misura nei passaggi, il bisogno di essere altruista. E, con l'inevitabile calo fisico degli avversari, che la sua tecnica, ancorché molto manierata, sarebbe emersa. 

    L'Italia delle terze scelte e degli esperimenti ha vinto 7-0 (2-0 nel primo tempo) senza incantare. Un po' perché l'avversario era troppo debole, un po' perché, soprattutto all'inizio, ha comunque stentato. Il 4-3-3 di ordinanza prevedeva Cragno in porta (mai impegnato al pari di Meret che ne ha preso il posto al 63'), la linea a quattro composta da Toloi, Mancini, Ferrari e Biraghi, un centrocampo a tre (Castrovilli, Cristante e Pessina) e nessuna punta vera. L'unica (Kean) è stato dirottato a destra, Grifo a sinistra e Bernardeschi in mezzo. 

    Per mezz'ora è stato uno spettacolo desolante. Solo un tentativo di testa di Mancini (deviato) e un tiro (debole) di Bernardeschi, parato. Ci fosse stato il pubblico, anziché i cinquecento invitati, sarebbe partito qualche inevitabile fischio, invece al 31' è arrivato il gol proprio del capitano di giornata. Castrovilli ha lanciato in verticale su Cristante che ha fatto da sponda, con il petto, per Bernardeschi, il quale, dal limite, ha chiuso con il sinistro. Tiro non impossibile, ma il portiere Benedettini si è buttato in ritardo. Peggio ha fatto un minuto dopo (31') quando su angolo da destra (la sua sinistra) ha sbagliato l'uscita smanacciando la palla finita sul sinistro di Ferrari che ha insaccato a porta vuota. 

    Per un tempo il c.t. ha raccolto solo indicazioni negative. La più clamorosa, a mio giudizio, è stata la bocciatura di Kean che, pur non essendo una punta esterna, ha litigato troppo spesso con il pallone per meritarsi una seconda chance. Non del tutto casualmente, il suo sostituto, Matteo Politano, ha realizzato il terzo gol dopo pochi minuti della ripresa (49') su clamoroso errore difensivo di Fabbri. 

    Gara dai ritmi bassi e dalle ragioni imperscrutabili. Mancini ha provato ad animarla mettendo un centravanti vero (Belotti per Grifo), alternando i portieri (Meret per Cragno) e inserendo un esterno per un centrale (Di Lorenzo per Mancini). Tutto questo è accaduto al 63' e tre minuti dopo, grazie a un delizioso doppio scambio Bernardeschi-Belotti il centravanti del Torino ha segnato la quarta rete. 

    Con Bastoni per Biraghi si è vista anche la difesa a tre (Toloi, Ferrari, Bastoni) e, mentre San Marino spariva alla distanza, segnavano a raffica Pessina (74' e 86') e ancora Politano (76'). Insomma c'è stata gloria per tutti, ma più degli altri per Bernardeschi che ricamava di prima offrendo assist a tutti. 

    La domanda, assai poco retorica, è: quanto vale la nazionale di San Marino, soprattutto quella vista nella ripresa? E, senza voler mancare di rispetto al lavoro e ai programmi del c.t., non era necessario un test un po' più attendibile per sciogliere i nodi delle seconde e terze scelte? Pensierino finale: Bernardeschi va, Meret no. Gli altri pochi dubbi restano nella testa di Mancini. 
     

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