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    Bernardeschi: 'Non leggo le pagelle, ecco perché ho scelto il 33. Champions? Contano le sfumature'

    Bernardeschi: 'Non leggo le pagelle, ecco perché ho scelto il 33. Champions? Contano le sfumature'

    Federico Bernardeschi a 360 gradi. L'ex Fiorentina si racconta a Juventus TV, parlando anche della sua vita privata e dei suoi obiettivi: "Sono abitudinario, bevo il caffé senza zucchero. L'alimentazione è fondamentale nello sport e io ci tengo molto. Credo sia importante dedicarsi al 100% alla propria passione e a ciò che si ama fare, che può essere il calcio o qualunque altra cosa. L'importante, però, è dedicarsi al 100% ed essere soddisfatti di quello che si fa. Sono anche appassionato di arte, mi piace molto la street art. Mi piace perché l'arte è qualcosa che esprime emozione, gioia. Ho due cani, si arrabbiano un po' quando vado via, soprattutto il maschio, Spike. Sono due bulldog inglesi, li amo, sono buffi"

    CHITARRA - 'Sto un po' imparando, ma la chitarra è bella quanto difficile e soprattutto quando sei all'inizio e perdi un po' la mano ci metti tanto a riacquistarla. Dovresti farlo tutti i giorni e io purtroppo non ho ancora il tempo. Sono ancora agli inizi, però ho iniziato subito forte con Wish You were here dei Pink Floyd. Amo la musica, mi piace il jazz, il blues, poi quando mi appassiono a una canzone la ascolto finché non mi viene a noia".

    NUMERO 33 - "Scaramantico? No, mi faccio il segno della croce perché credo molto in Dio. Per questo ho scelto il 33"

    PAGELLE E SOCIAL  - "Non le leggo, credo fortemente in una cosa: un giocatore sa benissimo quando ha fatto bene e quando ha fatto male. Giochiamo da così tanti anni che ogni giocatore è normale sappia com'è andata la partita. Fa piacere quando vedi che parlano di te e ti fanno i complimenti, ma fanno anche piacere le critiche, perché da una critica c'è sempre qualcosa di costruttivo. Questo ovviamente quando sono critiche costruttive e non per cattiveria. Commenti social? Ringrazio sempre le persone che mi stanno vicine e sono tante e di questo sono felice. Secondo me non si devono amare i complimenti e odiare le critiche, sarebbe troppo facile".

    TATUAGGI - "Ho un braccio tutto dedicato alla mia fede. Il primo è stato il Padre Nostro, ora ho la schiena tatuata. Ci sono due angeli che mi proteggono e mi guardano le spalle e poi ho armature di vecchi guerrieri. È la parte strong. Poi ci sono molte decorazioni".

    RECUPERO - "Giocando ogni tre giorni hai bisogno più del recupero che del lavoro. Quando giochi una partita spendi energie importanti. Tu giochi, il giorno dopo scarico, poi chi non ha giocato si allena perché deve integrare. Il giorno dopo ancora, 48 ore dopo la partita, è il giorno peggiore. Acido lattico, tossine nei muscoli, e devi espellere queste cose. Poi il giorno dopo ancora giochi! Lì le prepari tatticamente, ma non puoi lavorare a livello fisico". 

    GOL E ASSIST - "Il gol è importante per te e per i compagni, ma è quando c'è il sacrificio comune e la voglia di vincere di squadra che è molto bello. La Champions è davvero una competizione a parte, non è un modo di dire. Ci sono mille fattori dentro, i dettagli, le sfumature. A parte che incontri tutte le squadre più forti d'Europa, ma poi in un secondo cambia tutto. Perché hai giocatori così bravi davanti, che in un secondo può cambiare tutto".

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