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Berlusconi stregato, l'ammirazione per Higuain: Milan, rimpianto Lo Celso
I tifosi del Milan hanno dovuto masticare amaro e incassare un'altra serata di passione dopo la doccia gelata di Mauro Icardi nel derby, ma chi ama il calcio a prescindere da tifo e colori non può non aver apprezzato l'esibizione a San Siro di Giovani Lo Celso con la sensazione di aver riscoperto qualcosa di antico. Un trequartista di quelli che, per visione di gioco, intelligenza tattica e ultimo passaggio ne esistono sempre di meno nel calcio dal tatticismo esasperato e nel quale un certo tipo di talento fatica a trovare libertà di espressione. Svezzato e poi improvvisamente "tradito" dal Paris Saint Germain e sin da oggi un'occasione di mercato da non lasciarsi sfuggire, per l'inquietudine del Betis Siviglia e la soddisfazione, meramente economica del club francese.
TUCHEL CANCELLA EMERY - Tra i lasciti di Unai Emery nella sua esperienza biennale al Paris Saint Germain c'è sicuramente quella di aver arricchito il bagaglio di un giocatore col tocco di chi è nato per giocare a calcio ma evolutosi sotto la Tour Eiffel, disimpegnandosi con naturalezza anche nel ruolo di "6", di centrocampista di costruzione davanti alla difesa in sostituzione di un certo Thiago Motta. Una posizione nella quale ha potuto ritagliarsi uno spazio significativo aggirando il nodo della foltissima concorrenza in un reparto offensivo pieno di prime donne. Una posizione non contemplata tuttavia nel sistema di gioco dell'attuale allenatore Thomas Tuchel, che ha preferito piuttosto adattare un centrale di difesa come Marquinhos, dando il via libera senza troppi problemi alla sua cessione in prestito in Spagna.
BETIS, CHE AFFARE - Il paese e la realtà ideale per tornare a regalare quegli sprazzi di classe che i tifosi del Rosario Central hanno ancora negli occhi, un club il Betis Siviglia con una ritrovata ambizione che si sposa alla perfezione con la voglia di emergere di un ragazzo classe '96 pronto a prendersi, con colpevole ritardo (non per colpa sua), anche una maglia da titolare della nazionale argentina sfumata nell'ultima Mondiale per motivazioni mai chiarite. Fino alle insinuazioni del quotidano Clarin su un presunto sberleffo in una partita di calcio-tennis e un tunnel rifilato in partitella a sua maestà Messi. Storie lontane dall'attuale realtà e da un futuro che potrebbe tingersi ancora di più di verde-bianco, se il Betis riuscirà a centrare un'altra qualificazione alle coppe europee. 25 milioni di euro il prezzo già pattuito per l'acquisto dell'80% del suo cartellino (all'Academia Jorge Griffa, club nel quale è cresciuto e che ha scovato e allevato anche gente come Batistuta, Pochettino e Sensini, spetta il 20% su una futura rivendita).
DA BERLUSCONI A HIGUAIN - Un affarone, quasi un regalo, considerando che in estate potrebbero essere molti i club disposti a bussare alla sua porta. Magari anche quelli che in passato ci provarono più o meno concretamente, dal Napoli al Milan, passando per Juventus e Roma che, per ammissione del padre Juan, non gli offrivano la garanzia di giocare con continuità. Il suo idolo è Angel Di Maria, ha ammirato nel suo ruolo un fenomeno come Iniesta e, sempre per restare in tema di calcio italiano, non ha nascosto la sua ammirazione come Gonzalo Higuain. Due anni fa si scrisse di un Berlusconi rimasto stregato dalle relazioni sul suo conto, il match di San Siro ha ribadito che tra Lo Celso e il Milan fosse destino trovarsi l'uno di fronte all'altro. Il futuro è ancora lontano, ma alla Scala del calcio è rimasta la sensazione di aver riscoperto qualcosa di antico.
TUCHEL CANCELLA EMERY - Tra i lasciti di Unai Emery nella sua esperienza biennale al Paris Saint Germain c'è sicuramente quella di aver arricchito il bagaglio di un giocatore col tocco di chi è nato per giocare a calcio ma evolutosi sotto la Tour Eiffel, disimpegnandosi con naturalezza anche nel ruolo di "6", di centrocampista di costruzione davanti alla difesa in sostituzione di un certo Thiago Motta. Una posizione nella quale ha potuto ritagliarsi uno spazio significativo aggirando il nodo della foltissima concorrenza in un reparto offensivo pieno di prime donne. Una posizione non contemplata tuttavia nel sistema di gioco dell'attuale allenatore Thomas Tuchel, che ha preferito piuttosto adattare un centrale di difesa come Marquinhos, dando il via libera senza troppi problemi alla sua cessione in prestito in Spagna.
BETIS, CHE AFFARE - Il paese e la realtà ideale per tornare a regalare quegli sprazzi di classe che i tifosi del Rosario Central hanno ancora negli occhi, un club il Betis Siviglia con una ritrovata ambizione che si sposa alla perfezione con la voglia di emergere di un ragazzo classe '96 pronto a prendersi, con colpevole ritardo (non per colpa sua), anche una maglia da titolare della nazionale argentina sfumata nell'ultima Mondiale per motivazioni mai chiarite. Fino alle insinuazioni del quotidano Clarin su un presunto sberleffo in una partita di calcio-tennis e un tunnel rifilato in partitella a sua maestà Messi. Storie lontane dall'attuale realtà e da un futuro che potrebbe tingersi ancora di più di verde-bianco, se il Betis riuscirà a centrare un'altra qualificazione alle coppe europee. 25 milioni di euro il prezzo già pattuito per l'acquisto dell'80% del suo cartellino (all'Academia Jorge Griffa, club nel quale è cresciuto e che ha scovato e allevato anche gente come Batistuta, Pochettino e Sensini, spetta il 20% su una futura rivendita).
DA BERLUSCONI A HIGUAIN - Un affarone, quasi un regalo, considerando che in estate potrebbero essere molti i club disposti a bussare alla sua porta. Magari anche quelli che in passato ci provarono più o meno concretamente, dal Napoli al Milan, passando per Juventus e Roma che, per ammissione del padre Juan, non gli offrivano la garanzia di giocare con continuità. Il suo idolo è Angel Di Maria, ha ammirato nel suo ruolo un fenomeno come Iniesta e, sempre per restare in tema di calcio italiano, non ha nascosto la sua ammirazione come Gonzalo Higuain. Due anni fa si scrisse di un Berlusconi rimasto stregato dalle relazioni sul suo conto, il match di San Siro ha ribadito che tra Lo Celso e il Milan fosse destino trovarsi l'uno di fronte all'altro. Il futuro è ancora lontano, ma alla Scala del calcio è rimasta la sensazione di aver riscoperto qualcosa di antico.