Nessun proclamo, nessuno slogan dal tono forte, Silvio Berlusconi ha usato semplicissimi concetti, per ribadire la sua vicinanza al gruppo e il suo ritorno deciso. L'intervento di oggi ha scosso più per il valore morale che, per l'impatto diretto. Nessuna facile illusione, tanta chiarezza e un piccolo spiraglio lasciato alla speranza. Speranza di rivedere il Presidente di nuovo in prima linea, di vedere una società attenta al bilancio, allo stesso tempo attivissima sul mercato, di poter tornare ad ammirare giocatori motivati, ma soprattutto, forti tecnicamente e caratterialmente. Il B-Day potrebbe passare alla storia, come l'evento che ha riportato il patron milanista a spendersi in prima persona e, non solo per voce di Adriano Galliani o referenti vari. Per i più, sembrerà banale, superficiale, ma sentire Berlusconi "candidarsi" nuovamente, come spirito-guida del suo Milan è un qualcosa che vale quanto e più, di tanti acquisti. Entusiasmo e sobrietà, i concetti spesi oggi nei confronti della squadra, inducono all'ottimismo. Certo, a tante parole andranno abbinati tanti piccoli passi, quelli che hanno portato il club, in cima alla vetta mondiale. Il Milan vuole tornare grande, il Presidente si sente nuovamente pronto, ma chiede tempo, pazienza e lucidtà, atta a mantenere viva la fede calcistica, raffrontandola con i tempi e le problematiche economiche attuali. La società pensa già al domani, l'oggi non va totalmente buttato, ma completamente rivisto. A gennaio potrebbero registrarsi le prime svolte, quelle fondamentali per finire bene la stagione attuale e cominciare al meglio quella prossima. Silvio Berlusconi è tornato a parlare da Presidente, passionale e convinto, non costretto.