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    Berlusconi&Galliani, è finita

    Berlusconi&Galliani, è finita

    • Stefano Agresti
    Hanno esagerato. Sono andati avanti a testa bassa, senza rendersi conto che la loro epoca era finita. L’ha fatto Berlusconi, incapace di accettare il tempo che passa: così si comporta nella vita, così si è comportato nel calcio. Ha pensato bastasse un po’ di trucco perché il Milan continuasse a vincere come in passato: non è così, il pallone è impietoso e ha tirato fuori tutte le rughe. Se i soldi non sono più quelli di un tempo, vincere è durissima. Bisogna saper programmare, ma questa società non è in grado. Silvio non ha nemmeno capito che si stava coprendo di ridicolo quando sosteneva di avere la squadra più forte d’Italia, di voler vincere la Champions nel giro di pochi anni. Avrebbe dovuto frenarlo Galliani, il suo storico factotum rossonero, invece l’ha assecondato. Chissà perché: forse per riconoscenza, forse per avidità. Come Sancho Panza con il suo Don Chisciotte: assieme contro l’illusione. E triste, malinconico è stato il tentativo del presidente di rilanciare con Barbara, diventata subito l’anti-Galliani: ma se Adriano è ormai un dirigente finito, la piccola Berlusconi nel calcio non è mai cominciata.
     
    Ciò che abbiamo ascoltato dai piccoli azionisti in queste ore, durante l’assemblea più infuocata degli ultimi trent’anni, segna la fine dell’impero e del suo imperatore. Berlusconi sta cadendo nel modo più fragoroso, umiliato dalle persone che ha fatto godere, alle quali ha regalato ogni sogno sportivo. Non può esserci niente di peggio, per lui e per il suo fido scudiero, che vedersi proporre un Cda alternativo composto da tutti quei grandi personaggi che non hanno mai voluto nel Milan, nella stanza dei bottoni: Rivera, Maldini, Albertini. Tre pugni in faccia. Strameritati.
     
    Berlusconi non ha saputo dire basta, ora ne paga le conseguenze. E sarà sempre peggio. Perciò oggi deve mollare, una volta per tutte. Se ne vada, si porti via Galliani, trovi un’occupazione differente a Barbara, più adatta alle sue capacità e al momento economico delle aziende di famiglia. Ieri la giovane manager non era nemmeno presente, di fronte agli azionisti, nel momento della bagarre: una tristezza.

    Il suo lungo addio al Milan sta diventando uno strazio, una macchia larghissima sul presidente più vincente della storia. Valuti le offerte che gli arrivano, lo faccia in fretta, e accetti presto la migliore, per lui e per il club, affinché possa tornare a vincere il prima possibile. Le possibilità, a quanto sembra di capire, non mancano, e pazienza se ci si dovrà affidare a capitali che vengono da lontano: peggio di così non andrà.
     
    Si rassegni, Berlusconi: è stato bello, ma è finita. E ora sta diventando tutto bruttissimo.

    @steagresti

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