Berlusconi e il Milan: 8 scudetti e 5 Champions, ha reso immortali Van Basten, Gullit, Sheva e Kakà
Grazie a lui, il Milan e il calcio italiano sono entrati in una nuova dimensione. Dritti nella leggenda di questo sport, grazie a una strategia e ad una visione avvenieristica che hanno fatto scuola per tanti altri, dopo. Raccogliendo nel 1986 un club sull'orlo del fallimento e portandolo ripetutamente in cima all'Europa e al mondo, con un palmares di 29 titoli conquistati sino alla cessione nel 2017. 8 Scudetti, 1 Coppa Italia, 7 Supercoppe italiane, 5 Champions League/Coppa dei Campioni, 5 Supercoppe europee, 2 Coppe intercontinentali e 1 Mondiale per club e 7 Palloni d'Oro conquistati da alcuni dei tantissimi campioni regalati al pubblico rossonero.
SPETTACOLO - Titoli su titoli, conquistati con uno stile inconfondibile diventato un marchio di fabbrica: sempre e comunque inseguendo il desiderio di dare spettacolo e di rimanere nella memoria collettiva. Una mission portata ampiamente a termine e a più riprese, grazie anche a vere e proprie intuizioni nella scelta degli allenatori - Arrigo Sacchi e Fabio Capello su tutti - figure con le quali ha sistematicamente vissuti rapporti all'insegna di una costante dialettica. Senza risparmiare più di qualche frecciata o "suggerimento" quando il Milan non deliziava il suo palato di fine esteta.
QUANTI CAMPIONI - Oltre 30 anni di presidenza, quasi sempre da protagonista e al vertice. La parentesi conclusiva e decadente, dal 2011 - anno dell'ultimo scudetto e della Supercoppa Italiana sotto la gestione Allegri - non può offuscare in alcun modo il periodo più importante ed illuminato della lunga storia milanista. Marco Van Basten, Ruud Gullit, Dejan Savicevic, George Weah, Roberto Baggio, Andriy Shevchenko, Kakà e Zlatan Ibrahimovic, solo per citare alcuni dei fuoriclasse che Silvio Berlusconi ha saputo regalare alla platea rossonera di San Siro e a chi ama il calcio in generale, senza distinzioni di tifo. Come sintetizzare tutto questo in poche parole? Forse con quelle utilizzare dal celeberrimo quotidiano francese L'Equipe: "Dopo Milan-Real Madrid (5-0, 19 aprile 1989), il calcio non sarà più lo stesso".
SPETTACOLO - Titoli su titoli, conquistati con uno stile inconfondibile diventato un marchio di fabbrica: sempre e comunque inseguendo il desiderio di dare spettacolo e di rimanere nella memoria collettiva. Una mission portata ampiamente a termine e a più riprese, grazie anche a vere e proprie intuizioni nella scelta degli allenatori - Arrigo Sacchi e Fabio Capello su tutti - figure con le quali ha sistematicamente vissuti rapporti all'insegna di una costante dialettica. Senza risparmiare più di qualche frecciata o "suggerimento" quando il Milan non deliziava il suo palato di fine esteta.
QUANTI CAMPIONI - Oltre 30 anni di presidenza, quasi sempre da protagonista e al vertice. La parentesi conclusiva e decadente, dal 2011 - anno dell'ultimo scudetto e della Supercoppa Italiana sotto la gestione Allegri - non può offuscare in alcun modo il periodo più importante ed illuminato della lunga storia milanista. Marco Van Basten, Ruud Gullit, Dejan Savicevic, George Weah, Roberto Baggio, Andriy Shevchenko, Kakà e Zlatan Ibrahimovic, solo per citare alcuni dei fuoriclasse che Silvio Berlusconi ha saputo regalare alla platea rossonera di San Siro e a chi ama il calcio in generale, senza distinzioni di tifo. Come sintetizzare tutto questo in poche parole? Forse con quelle utilizzare dal celeberrimo quotidiano francese L'Equipe: "Dopo Milan-Real Madrid (5-0, 19 aprile 1989), il calcio non sarà più lo stesso".