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Benitez: 'Il mio Napoli può farcela. Trofei? Ho cercato di lasciare un'eredità'
IL RAPPORTO CON NAPOLI - "Al di là dei trofei, ho sempre cercato di lasciare un’eredità ed è per questo che sono molto legato ai club dove ho allenato. Ma a Napoli sono rimasto più tempo rispetto a Milano. È una questione di 'legacy', come dicono gli inglesi".
IL PERIODO ALL'INTER - Il tecnico ha ricordato anche il suo periodo all'Inter, dopo la vittoria del Triplete: "La mia carriera si basa sul miglioramento della squadra, anche col mercato. Non c’erano risorse necessarie per rinnovare la rosa. Il caso di Coutinho fu emblematico, allora sconosciuto ma che poi si è rivelato una plusvalenza importante. Al Real successe la stessa cosa e lanciai un giovane Casemiro in un contesto dove tanti grandi calciatori non erano tatticamente compatibili tra loro".
QUESTIONE DI PROGETTI - Benitez affronta poi il tema del progetto, legato a un club: "Il calcio di oggi è molto diverso rispetto al passato. Ci sono squadre che spendono molto e la competenza di un allenatore è fondamentale. Tutto dipende da tempo e obiettivi, se sono realistici. A Napoli ho avuto l’opportunità di far crescere Koulibaly, Zapata e Jorginho, che oggi valgono più di 50 milioni. Il futuro è nella sensibilità di analisi dei big data, col mio staff ci lavoro da anni: bisogna trovare sempre qualcosa di nuovo prima degli altri".
IL VECCHIO VICE - In chiusura, qualche parola sul suo ex vice Fabio Pecchia, oggi primo in B con la Cremonese: "Pecchia? Sono molto orgoglioso del suo lavoro, lo ringrazio perché spesso mi cita come riferimento. Fabio è preparato, curioso. Non un “social media coach”, come ce ne sono tanti ma a me non piacciono. Spero mi offra una cena nel miglior ristorante di Cremona, magari per festeggiare la Serie A".