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Beneventomania: sette giorni di cattivi pensieri
Ma se la classifica si è incupita non lo si deve solo a ciò che è successo nelle ultime settimane. La crisi del Benevento nasce da lontano, da un mercato di gennaio fatto pensando più alla prossima stagione che a quella attuale e soprattutto da un allenatore che non solo ha smarrito la bussola, ma che ha anche passato più tempo a mettere le mani avanti e a ricordare a tutti le origini che a cercare di capire come tirar fuori la sua squadra dal tunnel in cui lui l'ha trascinata. Sì, perché è da tempo che Inzaghi ribadisce che per salvarsi servirà un miracolo, nonostante un girone d'andata chiuso con 22 punti: un bottino rassicurante, visto che finora solo il Livorno è riuscito nell'impresa di retrocedere dopo una prima parte di stagione fatta ad un livello così alto. Il problema è che nel ritorno la Strega ha vanificato tutto, perché di punti ne ha conquistati appena nove in 13 partite: solo Parma e Crotone hanno fatto peggio.
Il frutto di sofferenze in serie patite soprattutto in casa ma anche in trasferta e di quel senso generale di fragilità che ha finito per rianimare anche la concorrenza. Fin quando le altre continuavano a stentare, dando l'impressione di fare una volata a perdere, i problemi del Benevento sono passati in secondo piano, almeno per qualcuno. Ora che le altre hanno iniziato a correre, ecco che quei difetti sono apparsi chiari a tutti. Correggerli a cinque giornate dalla fine non sarà cosa semplice e infatti anche la società non sa bene come muoversi per mettere un freno alla crisi. Si andrà avanti con Inzaghi, nella speranza che riesca a ridestare una squadra che rischia di precipitare nel vortice del panico.