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    Beneventomania: sette giorni di cattivi pensieri

    Beneventomania: sette giorni di cattivi pensieri

    • Massimiliano Mogavero
    Ci perdonerà Gianni Mura, ma il suo 'sette giorni di cattivi pensieri' permette di fotografare al meglio il momento nero del Benevento. Di una squadra che in sette giorni ha subito due sconfitte e undici gol, ha raccolto un solo punto in tre partite, ma soprattutto di una formazione che in una settimana è stata capace di sprecare tutto il vantaggio accumulato in un'intera stagione. Quel margine, all'apparenza rassicurante, di otto lunghezze sulla zona rossa è evaporato nel giro di pochissimo tempo: per merito degli avversari, certamente, e nello specifico di un Cagliari capace di fare un filotto di tre vittorie, ma molto del suo ce l'ha messo la Strega che con la Lazio ha sbagliato completamente l'approccio, con il Genoa ha commesso l'errore imperdonabile di sprecare per due volte il vantaggio, per poi sbagliare la partita che non avrebbe dovuto sbagliare, quella di ieri con l'Udinese. 

    Ma se la classifica si è incupita non lo si deve solo a ciò che è successo nelle ultime settimane. La crisi del Benevento nasce da lontano, da un mercato di gennaio fatto pensando più alla prossima stagione che a quella attuale e soprattutto da un allenatore che non solo ha smarrito la bussola, ma che ha anche passato più tempo a mettere le mani avanti e a ricordare a tutti le origini che a cercare di capire come tirar fuori la sua squadra dal tunnel in cui lui l'ha trascinata. Sì, perché è da tempo che Inzaghi ribadisce che per salvarsi servirà un miracolo, nonostante un girone d'andata chiuso con 22 punti: un bottino rassicurante, visto che finora solo il Livorno è riuscito nell'impresa di retrocedere dopo una prima parte di stagione fatta ad un livello così alto. Il problema è che nel ritorno la Strega ha vanificato tutto, perché di punti ne ha conquistati appena nove in 13 partite: solo Parma e Crotone hanno fatto peggio. 

    Il frutto di sofferenze in serie patite soprattutto in casa ma anche in trasferta e di quel senso generale di fragilità che ha finito per rianimare anche la concorrenza. Fin quando le altre continuavano a stentare, dando l'impressione di fare una volata a perdere, i problemi del Benevento sono passati in secondo piano, almeno per qualcuno. Ora che le altre hanno iniziato a correre, ecco che quei difetti sono apparsi chiari a tutti. Correggerli a cinque giornate dalla fine non sarà cosa semplice e infatti anche la società non sa bene come muoversi per mettere un freno alla crisi. Si andrà avanti con Inzaghi, nella speranza che riesca a ridestare una squadra che rischia di precipitare nel vortice del panico.

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