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    Beneventomania: quell'impresa che forza il destino

    Beneventomania: quell'impresa che forza il destino

    • Massimiliano Mogavero
    La voglia di ribellarsi, di rovesciare la storia, di forzare il destino porta a un'impresa epica. Il Benevento si impone a San Siro grazie a un gol di Iemmello e manda al... diavolo un Milan senz'anima. Per i giallorossi, doveva essere la partita della matematica retrocessione in Serie B, quella di un cerchio che si chiudeva proprio contro quel Diavolo che all'andata aveva tirato su i sanniti, regalando loro il primo storico punto in massima serie, e che aveva l'occasione per vendicarsi e riaccompagnarli giù. Perché il destino, quando vuole, ci sa mettere lo zampino, a tal punto da provare a costringere la Strega a dover dire addio ufficialmente alla massima serie proprio contro la squadra con cui aveva raccolto la prima gioia della sua avventura in massima serie.

    Ma non è andata così. Il Benevento ha forzato il destino, ha scritto un finale diverso, una pagina di storia andando a vincere quella sfida che sembrava impossibile e rimandando di qualche altro giorno il verdetto. Un premio che non cancella i tormenti di questa stagione, ma che almeno regala un sorriso, una soddisfazione vera a chi non ha mai smesso di lottare, a chi le ha provate tutte pur di non piegarsi al succedersi degli eventi: dai tifosi, vero baluardo di una fede incrollabile, alla società, passando per i calciatori, ma soprattutto per Roberto De Zerbi.

    Il tecnico bresciano ha costruito il suo piccolo capolavoro, dopo aver avuto solo l'opportunità di assaporare diverse imprese. Contro la Juve, contro il Napoli, contro la Roma, contro la Lazio, in genere contro tutte le big di questo campionato, la sua squadra aveva sempre fatto bene, senza mai riuscire però ad avere il conforto del risultato. Nonostante tutto, l'allenatore giallorosso non si è arreso al concetto secondo cui il calcio, troppo spesso, si diverte a regalare speranze e illusioni, per poi lasciarti a mani vuote. No, quello che voleva se l'è andato a prendere rovesciando una storia che sembrava già scritta. E con lui, la sua squadra. Che adesso può anche salutare la categoria, ma lo farà con la convinzione di aver lasciato traccia del suo passaggio, con la consapevolezza che non è stata una comparsa

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