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Beneventomania: l'impresa della Strega, i sassolini di Inzaghi
Ma soprattutto non avevano fatto i conti con un argentino di origini tedesche arrivato in Italia dalla Russia. Adolfo Gaich, il numero 7 meno atteso della domenica, ha vestito i panni del giustiziere della Vecchia Signora, ripercorrendo le orme di un illustre connazionale, la cui stella nacque proprio nel giorno di un'altra impresa memorabile con la Juventus. Si tratta di Mauro Icardi che otto anni fa con la maglia della Samp stese con una doppietta la formazione guidata da Antonio Conte, poi comunque laureatasi campione d'Italia. Stavolta probabilmente il finale sarà diverso, nel senso che per la squadra di Pirlo lo scudetto è ormai una chimera, ma da queste parti la cosa interessa relativamente. Ciò che conta è il fatto che il Benevento sia riuscito a rilanciarsi e a mettersi alle spalle, si spera definitivamente, il periodo più delicato della stagione.
I sanniti non solo non vincevano da due mesi e mezzo, ma oltre alla desuetudine alla vittoria, ad aggravare le cose si erano messe pure le sei sconfitte rimediate nelle precedenti undici partite e una posizione di classifica che iniziava a farsi preoccupante. Legittimo sollevare il dubbio che qualcosa si fosse rotto, altrettanto chiedere risposte secche e perentorie sia sul piano della compattezza del gruppo che dal punto di vista tattico. Il Benevento ha fatto anche di più, deviando l'ordinario corso degli eventi con una vittoria che ha spazzato via tutte le incertezze e gli inciampi dei tempi recenti. E che Inzaghi ha trasformato nell'occasione giusta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Se l'è presa con i critici il tecnico giallorosso, ha puntato il dito contro chi “chi è andato fuori di cervello” e chi “ha perso il senso della realtà”. Ma era proprio il caso di farlo? Francamente, si fa fatica a capirne il senso.