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    Beneventomania: Inzaghi e la sindrome di Schettino

    Beneventomania: Inzaghi e la sindrome di Schettino

    • Massimiliano Mogavero
    Una nave alla deriva e il suo comandante in fuga. Vedi il Benevento e pensi alla Costa Concordia, vedi Inzaghi e ti viene in mente Schettino, perché come il comandante scappò dopo aver portato a sbattere sugli scogli l'imbarcazione che conduceva, anche l'allenatore piacentino ha fatto lo stesso, abbandonando la sua squadra nel momento in cui la stessa avrebbe avuto bisogno di una guida sicura per potersi giocare le residue chance di salvezza. La sindrome di Schettino ha colpito Inzaghi nella partita più importante della stagione, nei minuti più caldi del campionato, con il Benevento orientato a difendere un vantaggio sul Crotone striminzito quanto si vuole, ma al tempo stesso preziosissimo per guadagnarsi il diritto di giocarsela fino alla fine. Ecco, proprio nella fase clou, Inzaghi ha deciso di abbandonare la panchina. Sarà stato per la troppa tensione, per quell'emotività che anche da calciatore lo costringeva a usare più volte il bagno prima di ogni partita, fatto sta che ieri il tecnico piacentino non ce l'ha fatta a rimanere in campo e a cinque minuti dalla fine se n'è tornato negli spogliatoi. Sarà un caso, ma proprio in quella fase è arrivato il pari del Crotone che di fatto ha portato il Benevento a un passo dal baratro. 

    E ancora una volta le responsabilità sono tutte dell'allenatore che, a fine gara, invece di farsi un profondo esame di coscienza, ha continuato a pescare come se nulla fosse dal personale scusario, ossia da quell'inesauribile repertorio di frasi fatte e alibi attraverso cui attribuisce sempre agli altri e mai a se stesso le colpe di una situazione simile, del fatto che la sua squadra ha chiuso un intero girone senza mai vincere in casa, ha sprecato un vantaggio che sembrava impossibile da sprecare e ha letteralmente buttato al vento una salvezza che al giro di boa sentiva di avere ormai in tasca. Al di là di tutto questo, Inzaghi meriterebbe l'esonero oggi stesso solo per aver abbandonato la panchina a partita non ancora conclusa, in un momento decisivo della stagione. E' la prima volta che capita di vedere una cosa del genere in un match tra due squadre professionistiche. Anzi, è la seconda. Capitò già a gennaio, in un Benevento-Torino. Anche allora, con la sua squadra in vantaggio di un gol, il buon Pippo decise di andarsene negli spogliatoi, perché non voleva vedere. Risultato? Anche in quella circostanza la Strega si fece raggiungere a tempo quasi scaduto, perdendo due punti che potrebbero rivelarsi fondamentali nella corsa alla permanenza in Serie A. Evidentemente Inzaghi deve ancora capire che dalle responsabilità non si può sfuggire, non c'è sindrome di Schettino che tenga.

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