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Beneventomania: Cataldi, quelle scuse sono una mancanza di rispetto
Un gesto che, nella testa del calciatore, probabilmente voleva essere un segno di apprezzamento e considerazione nei confronti del popolo laziale, ma che in realtà non è stato altro che una mancanza di rispetto sia verso i suoi vecchi tifosi (i laziali, appunto) che verso gli attuali (ossia quelli del Benevento). Già di per sé la mancata esultanza a un gol realizzato contro una ex squadra nella maggior parte dei casi è un atto di un'ipocrisia difficilmente giustificabile, se non in rari casi, aggiungerci addirittura le scuse sembra francamente esagerato.
Anche perché, se c'era qualcuno a cui doveva chiedere scusa, questi erano i tifosi del Benevento o, al limite, la società giallorossa che in estate ha fatto un pesante investimento (2 milioni di euro solo per il prestito, con obbligo di riscatto in caso di salvezza fissato a 6 milioni di euro) per assicurarsi le prestazioni di Cataldi, senza però avere in cambio un rendimento all'altezza della portata di quell'investimento. Ma il punto è un altro: perché lo scorso anno, proprio nel periodo pasquale, Cataldi esultò in maniera sfrenata alla rete di Pandev in Genoa-Lazio (a tal punto da suscitare le ire della Curva Nord che, di fatto, gli diede il benservito) e ora invece al suo primo gol col Benevento, si ferma, non festeggia e chiede addirittura scusa quattro volte ai suoi vecchi tifosi? Cosa è cambiato nel frattempo? Non è che il giocatore abbia voluto sfruttare questa situazione per tentare di riabilitarsi agli occhi dei sostenitori biancocelesti? Se così fosse, sarebbe un tentativo piuttosto maldestro, vista la reazione degli stessi ultras della Lazio...