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    Benevento, parla il presidente Vigorito: 'Temevo la sentenza. L'errore è del medico, non capisco la decisione'

    Benevento, parla il presidente Vigorito: 'Temevo la sentenza. L'errore è del medico, non capisco la decisione'

    Tanta amarezza in casa Benvento. E’ chiaramente più che cupo l'umore di Oreste Vigorito, presidente del Benevento, dopo la sentenza del Tribunale Nazionale Antidoping che ha portato alla squalifica di un anno per il capitano giallorosso Fabio Lucioni e di 4 anni per il medico sociale Giorgione. Queste le sue parole a Sky Sport: “Se mi aspettavo la squalifica di Lucioni? La temevo. La reazione è stata di grossa tristezza, poi successivamente subito dopo pensare anche al danno subito dalla società...ma è una di quelle cose che ti fanno chiudere gli occhi e sperare che stai vivendo un momento non vero, sperando di essere in una realtà diversa. Ma purtroppo non è così. Fabio è un ragazzo che riesce a tenere unito il gruppo, a far sorridere senza raccontare barzellette, raccontando speranze e sogni di un ragazzo che a 30 anni aveva trovato la Serie A, aggrappandosi a questa categoria con tutte le sue forze".

    "Credo certe cose vadano valutate quando si fanno certe sentenze, il giudice è sicuramente chiamato a far rispettare le regole ma anche ad essere umano, bisognerebbe ricordarsi comunque che anche la giustizia non è infallibile - continua Vigorito - e credo che il minimo e il massimo della pena vadano date ai colpevoli, non a chi risulta agli atti non colpevole, se non per aver affidato al medico una cura, con il medico stesso che ha detto di essere unica responsabile di questa cosa. Ricorso da parte di Lucioni? E' un fulmine a ciel sereno, andrebbe visto tutto all'interno di quella che è la regolarità del campionato: penso sia giusto fare ricorso, così Fabio risulta un ragazzo diverso. Ma è di una professionalità e pulizia incredibile, mi sentirei di poter mettere la mano sul fuoco per Lucioni. Arriva anche il danno per la società, qui siamo costretti a correre a trovare un sostituto, non facile, impegnando risorse economiche, trovando un giocatore con le sue caratteristiche. Ci si chiede cos'abbia fatto di male una società per ritrovarsi in questa situazione, siamo condannati silenziosi, che non hanno subito processi ma ne subiscono le conseguenze".
     

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