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    Beccantini: Toh, ancora San Dulli

     

    di Roberto Beccantini, su beckisback.it
     
    Non sempre il Bongiorno si vede dal mattino. La corte di giustizia federale ha confermato i dieci mesi ad Antonio Conte e il proscioglimento di Leonardo Bonucci e Simone Pepe. Letteralmente smontata e ribaltata, viceversa, la sorte del Grosseto: dalla Lega Pro torna in serie B. Ribadite, anche, le condanne di Pesoli e, con strascico di molti dubbi (miei), Terzi.
     
    In attesa delle motivazioni, ognuno tira la giacca dei giudici dalla sua parte. Il caso più mediatico è Conte. Conferma in toto della squalifica a fronte del «taglio» di un’omessa denuncia (Novara-Siena). Dov’è la logica? Su www.repubblica.it Piero San Dulli, membro della corte, giustifica la decisione con il fatto che, a parer suo, l’episodio di Albinoleffe-Siena sarebbe ben più grave di quanto non sembri, e spiega di essere rimasto molto sorpreso dal tipo di deferimento scelto dal procuratore Palazzi (omessa denuncia), visto che ci sarebbero stati gli estremi per un atto ben «diverso», l’illecito.
     
    Ricapitolando: Filippo Carobbio è stato ritenuto credible, non già su Novara-Siena, ma su Albinoleffe-Siena, partita sulla quale ci sono stati la confesssione e il patteggiamento di Cristian Stellini, ex assistente di Conte, poi dimessosi dalla Juventus. Stellini, a differenza di Carobbio, esclude Conte dal traffico criminoso. Secondo l’accusa, però, l’allenatore non poteva non sapere.
     
    Spero di non aver saltato passaggi cruciali. Resto della mia idea: illecito o niente. Continuo a non credere nei complotti, mi limito a pormi alcune domande:
     
    1) L’uscita di San Dulli, paradossalmente, inchioda anche, e soprattutto, Palazzi: come reagirà il procuratore federale ai sospetti di aver ammorbidito il capo d’accusa?
     
    2) Perché lo sconto ad Alessio, vice di Conte, e non a Conte?
     

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