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    Bayern, Lewandowski: 'No al Mondiale ogni due anni. Non penso al ritiro. Futuro in Italia? Mi piace, vedremo...'

    Bayern, Lewandowski: 'No al Mondiale ogni due anni. Non penso al ritiro. Futuro in Italia? Mi piace, vedremo...'

    Ospite al Globe Soccer Adwards, l'attaccante del Bayern Monaco Robert Lewandowski ha parlato così: "E' difficile dire come faccio a essere sempre al top, faccio fatica a spiegare come riesco a fare tutto questo. Per me non conta l'età, non penso a finire la carriera ma ogni stagione ho in mente come migliorare e come mantenermi ai vertici del calcio mondiale. Sono anni che faccio questi ragionamenti, curando corpo e mente mantenendo alta la qualità delle mie prestazioni. Tutti i giocatori sanno quant'è emozionante ogni stagione, bisogna sempre essere al massimo per giocare ogni tre giorni. Io voglio essere sempre pronto, è questa la mia sfida".

    NAZIONALE - "I playoff sono sempre complicati, non siamo in una situazione facile. Dobbiamo provarci ed essere fiduciosi, sappiamo che possiamo farcela". 

    IL NOME E LA FAMIGLIA - "In Polonia ci sono tanti nomi difficili, per questo i miei genitori hanno pensato a un nome che potesse essere bello e che si abbinasse bene al cognome 'Lewandowski'. Robert è un nome internazionale, facile a pronunciare in qualsiasi parte del mondo. Ovviamente appena nato non pensavano che potessi diventare un calciatore, ma magari c'è anche questo aspetto dietro alla scelta del nome. Quando ero piccolo mio padre, ex calciatore, era il mio allenatore. Io avevo sempre voglia di allenarmi e lui mi faceva fare altri sport; gli chiedevo come mai non mi facesse giocare a pallone, ma col tempo ho capito che per allenarsi bene non ci si poteva concentrare solo su una disciplina".

    MONDIALE OGNI DUE ANNI - "No, non sono a favore. Se vuoi fare qualcosa fuori dalle righe devi sempre dare il massimo. Se hai due o tre settimane di pause riesci a ricaricarti e dare il meglio, ma facendo il Mondiale ogni due anni si rischia di diminuire le prestazioni dei giocatori o che abbiano un periodo di picco più breve rispetto a ora. I giocatori hanno bisogno di tempo per riposarsi e rilassarsi, in queste partite bisogna dimostrare sempre di essere i migliori. Spesso si guarda solo le statistiche: se fai gol hai giocato bene, altrimenti no. Ecco, per segnare bisogna risposarsi".

    VAR - "Ho perso due semifinali per errori arbitrali prima dell'avvento del Var. Apprezzo la sua introduzione, ma dipende come viene utilizzato. Tante volte può aiutare, altre indirizzare una gara. E' una linea sottile, ma fa la differenza.

    FUTURO - "Penso che tutti vorrebbero un futuro infinito da calciatore, io ho una gran voglia di continuare a fare quello che sto facendo. Penso di poter giocare ancora molti anni, senza fissarmi nessuno step. Sono concentrato su questa stagione e i traguardi che vogliamo raggiungere, alla mia età ho tanta esperienza; so come rimanere concentrato sugli allenamenti e sulle partite, so bene quant'è difficile quando si sentono voci e si leggono giornali". 

    L'ITALIA - "In passato avevo ricevuto un'offerta del Genoa. Ero anche andato allo stadio per vedere il derby con la Sampdoria, ma sapevo già che sarei andato al Borussia Dortmund perché giocava nelle coppe europee. Un mio futuro in Serie A? Non so, ma mi piace un sacco l'Italia. Ci passo molto tempo in estate, mi piace il cibo e le persone sorridono molto: non posso che parlare bene degli italiani, sono un popolo aperto anche con i bambini. Vedremo, chissà". 

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