Batistuta: 'Roma scommessa vinta. Fiorentina, ecco perché sfumò lo scudetto'
Gabriel Omar Batistuta, a Firenze in questi giorni per ricevere la cittadinanza onoraria e per disputare (l'altroieri) una partita fra vecchie glorie, ha concesso un'intervista esclusiva a Mediaset per il programma Tiki Taka: "Mi sono sempre sentito fiorentino e questo riconoscimento è un grande orgoglio per me. I tifosi mi hanno sempre voluto bene e hanno sempre rispettato la mia privacy: forse anche per questo mi è piaciuto questo ambiente, perché potevo concentrarmi in serenità sul calcio. Il sogno scudetto nella stagione 1998/99? Penso che avremmo lottato fino alla fine: eravamo in una posizione ottima e io stavo facendo un sacco di gol. Solo un infortunio grave, come quello che mi capitò, poteva fermarmi. In quel campionato ce la saremmo giocata fino alla fine e forse avremmo avuto le chances per vincerlo. Siamo stati sfortunati per il mio infortunio, e anche perché Edmundo doveva andare a ballare al Carnevale di Rio... A tutti piace ballare, ma bisogna avere delle responsabilità, firmiamo un contratto e gli impegni vanno rispettati. Il tricolore con la Roma? Abbiamo confermato di essere i campioni nella sfida di ritorno con il Parma, ma lo scudetto l'abbiamo vinto all'andata, al 'Tardini': lì abbiamo fatto a vedere a tutti che c'eravamo e che li avremmo battuti. È stata una cosa bellissima: la Roma era tanto che non vinceva. Quando sono andato a Roma nessuno credeva in noi, pensavano l'avessi fatto per i soldi, invece io sapevo che mancava qualcosa e che quel qualcosa potevo essere io. Potevo essere la soluzione. È stata una scommessa che ho vinto. Totti? Da una parte mi fa molto piacere vederlo giocare, perché continua a dare gioia ai tifosi, dall'altra mi fa rabbia, perché io ho smesso da un bel po' mentre lui continua. Ma poi penso a tutti i tifosi e al calcio italiano che godono delle sue giocate: questa è una bellissima cosa".