Fate parlare gli arbitri a fine gara!
Il momento non è dei più sereni, anzi. Il calcio in Italia, più che da altre parti, genera pressioni, angosce, ansie che poi sfociano in discordie. Perché nessuno vuole perdere, specie se di fronte a palesi ingiustizie. Nessuno vuole subire torti, che diventano ancor più fastidiosi se non motivati. Gli uni “contro" gli altri, arbitri e allenatori, divisi dalla ridicola barriera del “non dialogo”.
PERCHÉ NO? - La domanda è sempre la stessa: perché gli arbitri non possono parlare a fine partita? Perché c’è un regolamento che vieta ai direttori di gara di poter esprimere il motivo di una decisione presa in campo? La risposta in merito non è mai troppo chiara. Forse spaventa la gogna mediatica? Fosse così, anche gli allenatori potrebbero iniziare a tirarsi indietro. Parlano tutti: calciatori, allenatori, direttori sportivi, presidenti. Tutti tranne gli arbitri; loro iniziano a farlo a fine carriera nei salotti tv, quando posato il fischietto prendono a giudicare le prestazioni degli ex colleghi. E pensare che fino a che prestavano servizio, non potevano commentare neanche le loro di prestazioni.
IL PATTO DI RIGORE - Ieri a Roma si è tenuto il consueto incontro tra allenatori ed arbitri. Nel corso della riunione si è stabilito un accordo: patto di rigore, lo hanno chiamato. É una sorta di intesa tra gentiluomini. In pratica gli allenatori hanno promesso di non parlare più degli arbitri al termine dei 90’ di gioco. Questo perché i direttori di gara non possono replicare, ragione per cui, anche i tecnici devono castrare il proprio pensiero. Vediamo quanto durerà, ma ad occhio e croce - nonostante l’iniziativa sia apprezzabile per generosità verso il prossimo - non sembra destinata a protrarsi molto.
E SE CAMBIASSIMO LE COSE? - Non sarebbe ora di iniziare a cambiare qualcosa anche sotto questo punto di vista? Non sarebbe più corretto se gli arbitri, di fronte alle telecamere, si assumessero tutte le responsabilità per l’operato sul rettangolo di gioco e provassero a spiegare la natura di una scelta? Calciomercato.com chiede anche a voi di rispondere al quesito e motivare la risposta: Vorreste le interviste degli arbitri a fine gara? E perché?
PERCHÉ NO? - La domanda è sempre la stessa: perché gli arbitri non possono parlare a fine partita? Perché c’è un regolamento che vieta ai direttori di gara di poter esprimere il motivo di una decisione presa in campo? La risposta in merito non è mai troppo chiara. Forse spaventa la gogna mediatica? Fosse così, anche gli allenatori potrebbero iniziare a tirarsi indietro. Parlano tutti: calciatori, allenatori, direttori sportivi, presidenti. Tutti tranne gli arbitri; loro iniziano a farlo a fine carriera nei salotti tv, quando posato il fischietto prendono a giudicare le prestazioni degli ex colleghi. E pensare che fino a che prestavano servizio, non potevano commentare neanche le loro di prestazioni.
IL PATTO DI RIGORE - Ieri a Roma si è tenuto il consueto incontro tra allenatori ed arbitri. Nel corso della riunione si è stabilito un accordo: patto di rigore, lo hanno chiamato. É una sorta di intesa tra gentiluomini. In pratica gli allenatori hanno promesso di non parlare più degli arbitri al termine dei 90’ di gioco. Questo perché i direttori di gara non possono replicare, ragione per cui, anche i tecnici devono castrare il proprio pensiero. Vediamo quanto durerà, ma ad occhio e croce - nonostante l’iniziativa sia apprezzabile per generosità verso il prossimo - non sembra destinata a protrarsi molto.
E SE CAMBIASSIMO LE COSE? - Non sarebbe ora di iniziare a cambiare qualcosa anche sotto questo punto di vista? Non sarebbe più corretto se gli arbitri, di fronte alle telecamere, si assumessero tutte le responsabilità per l’operato sul rettangolo di gioco e provassero a spiegare la natura di una scelta? Calciomercato.com chiede anche a voi di rispondere al quesito e motivare la risposta: Vorreste le interviste degli arbitri a fine gara? E perché?
