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    Baronio racconta Pirlo a CM: 'Ora non è triste, tornerà. Ecco che cosa farà'

    Baronio racconta Pirlo a CM: 'Ora non è triste, tornerà. Ecco che cosa farà'

    • Angelo Taglieri
    "Compagni. Anzi fratelli". Inizia così la chiacchierata con Roberto Baronio, attuale tecnico della Primavera del Brescia, ed ex compagno di squadra di Andrea Pirlo. Che ha detto basta, ha appeso gli scarpini al chiodo nella lontana America, e ha salutato tutto. Ex compagni, ma sempre fratelli. Cresciuti insieme, un colpo di fulmine calcistico nato quando avevano 10 anni, sono passati da un hotel a 2 stelle al Torneo di Viareggio, vinto, nel '96, alla vittoria dell'Europeo Under 21 nel 2000. Sempre insieme, uno al fianco dell'altro, in mezzo al campo. 

    Partiamo dal principio, dalle origini. Quando vi siete visti per la prima volta? 
    "Ci siamo visti alla Voluntas, quando avevamo 9 e 10 anni. Me lo ricordo come se fosse ora: solita faccia, capelli rasati con il ciuffo alto e grandi orecchie. Ci presero entrambi dalle squadre dei nostri paesi. Da lì inizio tutto". 

    Cresciuti insieme a Brescia, il culmine lo avete raggiunto in quel Torneo di Viareggio vinto nel 1996 contro il Parma di Buffon. 
    "Eravamo giovani e spensierati, anche se il solo fatto di essere in Primavera ti porta a pensare da piccolo professionista. La cosa che ricordo alla perfezione di quella 'spedizione' è l'hotel: piccolo e modesto. Anzi, il più piccolo e il più modesto: era un due stelle, niente rispetto agli altri. Vincemmo per la forza del gruppo, oltre che per le qualità tecniche". 

    Da Brescia all'Europa: campioni con l'Under 21 di Tardelli. 
    "Ho fatto 3 bienni con l'Under 21: iniziai con Maldini, continuai con il povero Giampaglia e terminai con Tardelli. Con lui la vittoria: è stato bravo a creare una squadra, non è stato facile". 

    Dopo l'Italia, vi siete ritrovati alla Reggina. 
    "Spinsi io il suo acquisto. L'ho sponsorizzato, sapevo che all'Inter aveva problemi. Ogni volta che ci vedevamo in Under 21 gli dicevo 'Vieni a Reggio che giochiamo insieme'. In pratica ero diventato il suo procuratore, ne parlavo sempre a mister Colomba. Poi il tecnico ha parlato con Andrea e arrivò in prestito". 

    Vi siete sentiti dopo l'addio al calcio dei giorni scorsi? 
    "L'ho sentito l'altro ieri, ci siamo scritti in dialetto bresciano. Gli ho chiesto se veramente aveva finito, e lui ha risposto di sì. Poi gli ho chiesto se era triste, e lui "Ora no, più avanti si vedrà...". E' diventato grande anche lui. Ho visto gli ultimi minuti in campo con New York, i tifosi erano presi dal suo addio. Il tributo sui social non mi ha stupito, è il linguaggio comune del calcio. Guardiola, Maldini, tutti! Il giusto tributo per quello che ha dimostrato nella sua carriera". 

    E ora, cosa farà? 
    "Quando ci siamo visti a New York, a casa sua, gli ho consigliato di stare insieme ai suoi figli e godersi quello che non si è potuto godere a pieno in tutti questi anni da professionista. Ma ama troppo il calcio, prima o poi tornerà, magari ci rivedremo ancora. Da allenatori...".

    @AngeTaglieri88

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