Barimania:| La grande fuga
Passano i giorni, ma aumentano i dubbi sul futuro del Bari. Un sentimento amplificato dalle parole rilasciate in settimana da capitan Gillet. La città del pallone, infatti, si interroga sgomenta: se persino il recordman assoluto di presenze avanza dubbi sulla sua permanenza, che cosa penseranno gli altri componenti della rosa? Da chi si potrà ripartire? E, soprattutto, con quali ambizioni? Domande che, probabilmente, si pongono gli stessi giocatori. Mai come in questo momento la società non sta lasciando una traccia tangibile. La proprietà, probabilmente, vuole capire se riceverà sostegno dall'imprenditoria locale, se c'è la possibilità che si avvicinino altri acquirenti, oppure se dovrà proseguire da sola la gestione del club.
La sensazione è che le idee siano confuse al punto da non infondere alcuna certezza in giocatori, allenatore, staff dirigenziale. E allora, ecco che si paventa lo spettro di una grande fuga. Evidentemente non importa più chi ha contratti in scadenza o pluriennali. Ciò che conta è trovare una sistemazione differente. C'è chi vuole conservare la massima serie, c'è chi insegue una vetrina per i prossimi europei. Obiettivi che, evidentemente, non possono essere perseguiti a Bari. Quella che fino a poco tempo fa sembrava la meta perfetta per garantirsi un trampolino di lancio verso il calcio che conta, ora è diventata una specie di approdo fantasma, un investimento che non dà garanzie.
Nessuno crede al rilancio immediato o alla voglia di riscatto dopo un'annata così balorda. Pensieri che, tuttavia, non transitano soltanto nella mente dei calciatori. Già, perché anche i potenziali investitori (locali o stranieri che siano) non sembrano trasudare quell'entusiasmo tipico di chi si imbarca in quella meravigliosa avventura chiamata calcio. Per carità, in tempi di crisi avere l'esatta idea di conti e spese è indispensabile. Ma dove è finita la passione? Dove è finita quella voglia di spiccare un salto forse avventato, ma che potrebbe finalmente fornire la conferma che Bari ha tutti i requisiti per pensare in grande?
La beffa di tali riflessioni finisce, come sempre, con l'investire i tifosi. Proprio loro che hanno sopportato con stile inglese sconfitte ed umiliazioni in serie, che hanno dimostrato affetto ad oltranza, che non più tardi di dodici mesi fa erano lo spot più bello del calcio italiano recandosi in migliaia in ogni stadio d'Italia, si stanno macerando la testa con una struggente riflessione: quella che il Bari, in fondo, non interessi più di tanto a nessuno. Una verità che sarebbe inconcepibile per una delle più grandi città del Sud. Eppure, il timore non è così infondato. Al momento la realtà è che il futuro fa paura. E con tutto il cuore si attendono segnali che scaccino via questo brutto pensiero.