Questa volta il sipario cala definitivamente. Rivas scaraventa in rete una palla che Andujar lascia galleggiare nell'area piccola, l'arbitro Valeri annulla per fallo di Ghezzal sul portiere del Catania. Sarebbe stato il gol che avrebbe permesso di architettare ancora chissà quali improbabili calcoli salvezza. Questa volta, invece, il sipario cala e basta. La matematica lasciamola agli studenti. Bisogna pensare al futuro e fare in fretta, cordate o meno...

Il San Nicola resta stregato. Duecento giorni di delusioni e tristezza. Qui fanno punti tutti, ormai. Perfino il Catania arrivato a Bari con il peggior rendimento esterno. Un primo tempo discreto e giocato con maggiore animosità, una ripresa più complicata per via del caldo e dell'atteggiamento tattico del Catania. Non c'è moltissimo da raccontare di una partita che il Bari comunque tenta di far sua.

Scatta, invece, dopo appena otto minuti la contestazione nei confronti di Matarrese, assente per la seconda volta consecutiva (record!) mentre la curva nord espone un chilometrico striscione che tira in ballo la gestione, la maglia disonorata e i giocatori ritenuti mercenari. La curva sud, invece, si distingue per la scelta musicale: sulle note del mitico Waka Waka, ecco un ballo anti Matarrese. Il tutto, mentre le radioline rilanciano i finali: Lecce che sbanca Genova sponda Samp, Cesena che recupera due gol in 4' a Palermo, Brescia che fa pari a Cagliari. Ciao ciao serie A...

(Gazzetta del Mezzogiorno - Edizione Puglia)