Bari, incubo fallimento: servono 5 milioni in 10 giorni
Domenica scorsa il pareggio con il Cittadella e la conseguente eliminazione dai playoff per la promozione in Serie A. Una delusione forte per il Bari, che però potrebbe lasciare presto il posto a preoccupazioni di ben altro rilievo. Entro il 16 giugno la società dovrà infatti essere ricapitalizzata, pena lo scioglimento e la messa in liquidazione. Ad annunciarlo ai soci e al consiglio di amministrazione è stato proprio il presidente dei biancorossi Cosmo Giancaspro, che ha spostato l’assemblea dall’11 e 12 giugno al 15 e 16, ammettendo che il capitale sociale è sceso sotto il minimo consentito dalla legge. Bisogna infatti ripianare perdite per 5,3 milioni di euro. Un mese fa l’ex presidente Gianluca Paparesta aveva presentato un ricorso al tribunale delle imprese nel quale richiedeva lo scioglimento della società proprio per la grave situazione economica in cui versa. Dipenderà dall’esito dell’assemblea l’intervento del tribunale: se entro il 18 giugno, il primo lunedì successivo all’assemblea, il socio di maggioranza (Kreare Impresa) troverà denaro liquido per 5,3 milioni di euro, il ricorso di Paparesta sarà respinto, altrimenti per il Bari si prospetterà la messa in liquidazione con la nomina di un commissario da parte del tribunale. Ma non solo. Per iscriversi al prossimo campionato di Serie B entro il 26 giugno serviranno altri 4 milioni di euro, che corrispondono alle mensilità da elargire ai tesserati per i mesi di marzo, aprile e maggio, con tanto di contributi e ritenute, oltre alla quota per l’iscrizione. Giancaspro dovrà anche pagare i premi per aver raggiunto i playoff. Questi ultimi però, insieme agli stipendi di giugno, potranno essere pagati a settembre.