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Barella: 'Stagione strana, solo in Champions abbiamo trovato la carica giusta. Cosa serve per vincere il derby...'
Il centrocampista dell'Inter Nicolò Barella si è concesso ai canali ufficiali della Uefa, in vista della doppia sfida contro il Milan valida per le semifinali di Champions League. "Sicuramente è stata una stagione difficile e un po' strana con tutti gli alti e bassi per me e per la squadra. Ma sono contento di avere ancora un po' di energia per questa parte finale, che è fondamentale. Sembra strano, ma abbiamo lavorato meglio da squadra in Champions League che in campionato. Potrebbero essere solo le sensazioni che si provano con una certa atmosfera. Ascoltare quella musica ti dà la spinta in più. Non è affatto una scusa, ma ci sono partite in cui inconsapevolmente ti metti davvero in gioco e trovi l'energia giusta: questa è la Champions League", ha dichiarato il centrocampista nerazzurro.
La ricetta per avere la meglio nel derby: "Serviranno cuore, coraggio e forza ma anche capire che è una partita di calcio e quindi può succedere di tutto e molti fattori diversi potrebbero essere decisivi. Ma il mondo intero seguirà questa partita. Saremo tutti contenti di essere in campo in quel momento. Quando San Siro è pieno di tifosi che urlano “the Champions", io mi ritrovo a pensare "Ci siamo!” Sono sensazioni forti. Ti vengono i brividi, e solo uno stadio come San Siro, una competizione come la Champions e i tifosi dell'Inter possono regalartele".
Barella è tornato a parlare di Dejan Stankovic, ex centrocampista dell'Inter e da sempre suo modello di riferimento: "L'ho sempre detto perché io non ho mai fatto tanti gol. Vedere con quanta facilità segnava e giocava a calcio, la sua grinta unita alla tecnica, catturava sempre la mia attenzione e mi faceva guardare le partite e studiare il suo modo di giocare: i suoi passaggi, i suoi tiri, anche il suo modo di stare in campo. Gli devo molto. Mi piacerebbe segnare gol incredibili come i suoi, anche se ultimamente sto migliorando nel segnare bei gol ma mi mancano quelli facili! Lui ha fatto la storia all’Inter".
A proposito di storia, come non pensare al 2010 - ultimo anno nel quale l'Inter raggiunse le semifinali di Champions League - che nell'immaginario nerazzurro fa rima con Triplete: "A dire il vero non ne abbiamo mai nemmeno parlato tra noi, perché tra campionato e Coppa Italia ci sono tante competizioni, non è facile concentrarsi su una sola. Ma è bello vedere le foto appese qui ad Appiano, o anche solo ascoltare i racconti di chi c'era in quel momento. Crea una sensazione che ti rende orgoglioso e ti stimola".
La ricetta per avere la meglio nel derby: "Serviranno cuore, coraggio e forza ma anche capire che è una partita di calcio e quindi può succedere di tutto e molti fattori diversi potrebbero essere decisivi. Ma il mondo intero seguirà questa partita. Saremo tutti contenti di essere in campo in quel momento. Quando San Siro è pieno di tifosi che urlano “the Champions", io mi ritrovo a pensare "Ci siamo!” Sono sensazioni forti. Ti vengono i brividi, e solo uno stadio come San Siro, una competizione come la Champions e i tifosi dell'Inter possono regalartele".
Barella è tornato a parlare di Dejan Stankovic, ex centrocampista dell'Inter e da sempre suo modello di riferimento: "L'ho sempre detto perché io non ho mai fatto tanti gol. Vedere con quanta facilità segnava e giocava a calcio, la sua grinta unita alla tecnica, catturava sempre la mia attenzione e mi faceva guardare le partite e studiare il suo modo di giocare: i suoi passaggi, i suoi tiri, anche il suo modo di stare in campo. Gli devo molto. Mi piacerebbe segnare gol incredibili come i suoi, anche se ultimamente sto migliorando nel segnare bei gol ma mi mancano quelli facili! Lui ha fatto la storia all’Inter".
A proposito di storia, come non pensare al 2010 - ultimo anno nel quale l'Inter raggiunse le semifinali di Champions League - che nell'immaginario nerazzurro fa rima con Triplete: "A dire il vero non ne abbiamo mai nemmeno parlato tra noi, perché tra campionato e Coppa Italia ci sono tante competizioni, non è facile concentrarsi su una sola. Ma è bello vedere le foto appese qui ad Appiano, o anche solo ascoltare i racconti di chi c'era in quel momento. Crea una sensazione che ti rende orgoglioso e ti stimola".