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    Barella, emozionante lettere d'addio: 'Cagliari, ho dato tutto. Messa la maglia prima di ogni cosa'

    Barella, emozionante lettere d'addio: 'Cagliari, ho dato tutto. Messa la maglia prima di ogni cosa'

    Nicolò Barella, nuovo centrocampista dell'Inter, saluta con una lunga lettera il Cagliari, il suo Cagliari, il club in cui è cresciuto ed è diventato grande: "Cari tifosi rossoblù, cara Società, caro Pres, cari Compagni, sto vivendo una situazione strana. La mia carriera di calciatore professionista mi sta portando via dalla mia Terra, dalla mia città, dalla mia famiglia e dagli amici più cari. Mi sta portando oltre il mare, lontano da casa. Dalla mia casa: il Cagliari. Potrei dire che lo è sin dal giorno in cui sono entrato nelle giovanili, ma forse lo è sempre stata. Perché sono un ragazzo fortunato: ho avuto la possibilità di difendere sul campo i colori della squadra per la quale faccio il tifo sin da bambino". 

    SOGNO - "Ho realizzato il mio sogno, nato nei campetti di periferia, quando da piccolo mio padre mi portava alle sue partite e a boro campo, con addosso una maglietta del Cagliari prendevo a calci palloni più grandi di me. Crescendo, sono andato regolarmente allo stadio, a soffrire per i nostri colori. Ho ammirato dagli spalti la classe di campioni come Andrea Cossu, Marco Sau e Daniele Conti. A un certo punto mi sono ritrovato ad allenarmi e a condividere lo spogliatoio con loro: non sto a dirvi l'emozione della prima volta che ho varcato lo spogliatoio della prima squadra di Asseminello. Da Tutti loro ho cercato di imparare qualcosa, sul piano tecnico e non. Sono stati bravi maestri: mi hanno trasmesso il senso del sacrificio, il valore della sofferenza e della partecipazione. L'appartenenza e l'amore per la maglia le avevo già dentro. Ho cercato di lavorare sodo per aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. In campo ho dato tutto, sempre, dal primo all'ultimo minuto, in ogni partita. Ho preso e dato botte, ho discusso con gli arbitri, litigato con gli avversari". 

    LACRIME E SUDORE - "Ho esultato, urlato, pianto. Giocare il Cagliari è insieme un piacere e un onore, una responsabilità: qualcosa che rende più dolci le vittorie e raddoppia il peso del cuore quando si perde. Al di là di quelle soddisfazioni personali, ho messo la squadra al primo posto. Era l'unica cosa che contava. Il Cagliari. E la maglia: ho provato a onorarla con tutte le mie forze, credo di esserci riuscito". 

    INTER - "Adesso inizio un nuovo capitolo della mia carriera, sono pronto a lottare e dare tutto per i miei nuovi colori e i miei nuovi tifosi. Porterò comunque sempre nel Cuore la mia Terra e la sua gente". 
       

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