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Barella, emozionante lettere d'addio: 'Cagliari, ho dato tutto. Messa la maglia prima di ogni cosa'
SOGNO - "Ho realizzato il mio sogno, nato nei campetti di periferia, quando da piccolo mio padre mi portava alle sue partite e a boro campo, con addosso una maglietta del Cagliari prendevo a calci palloni più grandi di me. Crescendo, sono andato regolarmente allo stadio, a soffrire per i nostri colori. Ho ammirato dagli spalti la classe di campioni come Andrea Cossu, Marco Sau e Daniele Conti. A un certo punto mi sono ritrovato ad allenarmi e a condividere lo spogliatoio con loro: non sto a dirvi l'emozione della prima volta che ho varcato lo spogliatoio della prima squadra di Asseminello. Da Tutti loro ho cercato di imparare qualcosa, sul piano tecnico e non. Sono stati bravi maestri: mi hanno trasmesso il senso del sacrificio, il valore della sofferenza e della partecipazione. L'appartenenza e l'amore per la maglia le avevo già dentro. Ho cercato di lavorare sodo per aiutare la squadra a raggiungere i suoi obiettivi. In campo ho dato tutto, sempre, dal primo all'ultimo minuto, in ogni partita. Ho preso e dato botte, ho discusso con gli arbitri, litigato con gli avversari".
LACRIME E SUDORE - "Ho esultato, urlato, pianto. Giocare il Cagliari è insieme un piacere e un onore, una responsabilità: qualcosa che rende più dolci le vittorie e raddoppia il peso del cuore quando si perde. Al di là di quelle soddisfazioni personali, ho messo la squadra al primo posto. Era l'unica cosa che contava. Il Cagliari. E la maglia: ho provato a onorarla con tutte le mie forze, credo di esserci riuscito".
INTER - "Adesso inizio un nuovo capitolo della mia carriera, sono pronto a lottare e dare tutto per i miei nuovi colori e i miei nuovi tifosi. Porterò comunque sempre nel Cuore la mia Terra e la sua gente".
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— Cagliari Calcio (@CagliariCalcio) 13 luglio 2019