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    Barcellona-Las Palmas, la partita del referendum: 3 punti dal sapore strano

    Barcellona-Las Palmas, la partita del referendum: 3 punti dal sapore strano

    • Giorgio Baratto, inviato a Madrid
    Non sarà una partita come tutte le altre quella tra Barcellona e Las Palmas prevista alle 16:15 di questa domenica 1 ottobre 2017. Il match si disputa nel giorno in cui si celebra il referendum per la autodeterminazione catalana, un referendum che il governo spagnolo ha dichiarato illegale, che ha cercato di fermare con ogni mezzo ma che a partire dalle 9 di questa mattina ha avuto, con numerosi problemi, inizio.

    IL RUOLO DEL CAMP NOU - Al di là di quello che accade nei pressi dei seggi elettorali, con polizia catalana e Guardia Civil che in molti casi hanno impedito l'accesso alle urne a chi era intenzionato a votare, questo pomeriggio gli occhi degli appassionati sportivi, e non solo, saranno puntati sul Camp Nou, da sempre schierato a favore del "catalanismo". La preoccupazione principale è quella che gli spettatori sugli spalti dello stadio del Barça questa volta non si limiteranno al solito spiegamento di Esteladas, la classica bandiera di Catalogna a strisce gialle e rosse con l'aggiunta di una stella, simbolo dell'indipendenza catalana; o al grido di "Indipendenza" che si è abituati ad ascoltare nel minuto 17:14 della partita, (cifra che ricorda il 1714, anno dell'assedio di Barcellona che segnò la fine della guerra di Successione spagnola). Per di più, c'è chi si chiede se lo spiegamento di forze di polizia impegnate a evitare lo svolgimento del referendum illegale, potrebbe significare che la sicurezza all'interno e all'esterno dello stadio potrebbe venir meno. Quel che è certo è che in questo momento nessuno può sapere come reagirà il pubblico, soprattutto dopo aver visto le immagini di questa mattina in cui le forze dell'ordine hanno impedito a chi voleva votare l'accesso ai collegi elettorali.

    LAS PALMAS, DI NUOVO - L'avversario odierno del Barcellona non è la prima volta che affronta i blaugrana in giornate cariche di significato politico più che calcistico. Accade il 30 ottobre del 1977, quasi 40 anni fa. In quell'occasione il presidente della Generalidad di Catalogna, Josep Tarradellas, rientrava dall'esilio volontario causatoto dal regime dittatoriale di Francisco Franco, quando si presentò al Camp Nou fu acclamato dalla folla dove risuonò El Segadors, l'inno ufficiale di Catalogna. Solo un anno prima, sempre con il Las Palmas come ospite, un altro evento "storico" aveva segnato la vita dei catalani: la prima trasmissione radiofonica in diretta di una partita con commento in catalano, un vero e proprio atto di sfida per quei tempi.

    3 PUNTI DAL SAPORE STRANO - Guardano alla partita di oggi con occhio prettamente calcistico, il Barcellona è a un passo da raggiungere la settima vittoria consecutiva in campionato, con la possibilità di allungare sull'Atletico Madrid, ieri sera fermato sullo 0 a 0 (per il secondo anno consecutivo) dal Leganes in quel di Butarque. A cercare di rovinare i piani dell'allenatore del Bará, Ernesto Valverde, sull'altra panchina ci sarà il nuovo tecnico del Las Palmas, Pako Ayestaran, che proprio questa settimana ha sostituito il dimissionario Manolo Marquez, un tecnico che i tifosi blaugrana ricordano bene: nella sua ultima apparizione da avversario al Camp Nou, il 17 aprile 2016 alla guida del Valencia, il tecnico basco si portò a casa i tre punti in palio. Ora non resta che aspettare il fischio d'inizio, sperando che oggi si possa parlare solo di calcio, senza eccessi e senza violenza, come si augurano lo stesso Ernesto Valverde e Gerard Piqué, anche se oggi la città di Barcellona sembra nuovamente sotto assedio, come 300 anni fa.
     

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