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    Balotelli vuole l'Italia: per rilanciarsi prenda spunto da Immobile

    Balotelli vuole l'Italia: per rilanciarsi prenda spunto da Immobile

    • Giovanni Daloiso
    Estate 2016, Mario Balotelli è nel momento peggiore della sua carriera calcistica: il clamore mediatico attorno a lui, che negli anni precedenti ha visto scontrarsi due fazioni, tra estimatori delle sue doti nascoste da fuoriclasse ed accaniti haters ad appioppargli l'etichetta di sopravvalutato e ad evidenziarne i limiti, a partire da quelli caratteriali, al termine della sua seconda esperienza milanista - l'ultima in Italia - ha finito per divorarlo definitivamente. Fino alla vigilia del Mondiale brasiliano di due anni prima, l'allora 24enne bresciano di origini ghanesi era considerato all'unanimità il centravanti italiano sul quale fare affidamento per i successivi dieci anni: tutto svanito, per via di incidenti di percorso e ripetute dimostrazioni di immaturità, prima a Liverpool e poi in un mesto ritorno al Milan, bienni letteralmente caratterizzati dal suo smarrimento.

    PURGATORIO - Mino Raiola ci aveva visto giusto. Alla luce di una gogna mediatica che non poteva che rivelarsi un coltello nella piaga per il Balotelli uomo, il suo fedele agente ha pensato bene di tutelarlo dirottandolo in una realtà tranquilla come il campionato francese, per permettergli un graduale e terapeutico rilancio: un secco smacco per chi già ne pregustasse la pensione dorata in Cina o negli Emirati o la discesa in una squadra minore della Serie A. Il compito di assurgere a protagonista di un piccolo club per due annate di fila ha funzionato alla grande. Il primo tentativo, nonostante alcuni iniziali passi falsi dovuti ad intemperanze di troppo e relative squalifiche, è stato superiore alle aspettative: le sue reti hanno condotto il piccolo club della Costa Azzurra a una storica qualificazione ai preliminari di Champions League. Il secondo, nonostante i risultati meno esaltanti del club, è ancora più soddisfacente sul piano personale: in nemmeno due stagioni al Nizza, Balotelli ha assommato ben 38 reti in 55 apparizioni. Non certo numeri da fuoriclasse, ma da ritrovato attaccante sì. 

    RITORNO - Sgombrata la mente dai vecchi macigni e la vita quotidiana dagli eccessi metropolitani, per Balotelli è giunto il momento di tornare a calcare il palcoscenico della Serie A (con tutto il rispetto per la Ligue 1) e riprendere il proprio percorso professionale con la medesima costanza degli ultimi tempi. La voglia di rilanciarsi in casa propria va di pari passo con la rifondazione della Nazionale dopo la clamorosa mancata qualificazione al Mondiale russo: una maglia, quella azzurra, che Balotelli potrebbe tornare ad indossare, alla luce di quanto di buono sta dimostrando. In ottica mercato, numerosi sono gli accostamenti tra Balotelli e le squadre italiane, milanesi comprese. Uno scenario, quest'ultimo, poco convincente: all'Inter non si sono dimenticati del gesto che nell'anno del Triplete è significato frattura insanabile tra il giocatore e l'ambiente (la maglia gettata a terra al termine di Inter-Barcellona), mentre in rossonero, nonostante il tifo del giocatore, la strada sembra essergli sbarrata sia per la linea verde promossa dal nuovo corso tecnico targato Gattuso, sia per i pessimi rapporti con Raiola dopo il caso Donnarumma.

    IMMOBILE INSEGNA - Più percorribili quelle piste che condurrebbero a club medio-grandi, che garantirebbero a Balotelli una centralità maggiore con minor pressione mediatica: il suo rilancio definitivo deve passare attraverso una squadra che possa concedergli fiducia incondizionata. Alla pari di quanto accaduto ad un altro attaccante, peraltro suo coetaneo, Ciro Immobile: da un paio di stagioni a questa parte con la maglia della Lazio è tornato con forza ai vertici della classifica cannonieri, nonostante abbia patito un clamoroso calo di rendimento durato un biennio circa, nella sfortunata parentesi tra Germania e Spagna. 

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