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    Balotelli: party finito in rissa col ds del Sion travestiti da Pikachu e Casa di Carta. Il pres. Constantin: 'Chi lo prende butta i soldi'

    Balotelli: party finito in rissa col ds del Sion travestiti da Pikachu e Casa di Carta. Il pres. Constantin: 'Chi lo prende butta i soldi'

    L'avventura di Mario Balotelli con il Sion si è conclusa nel peggiore dei modi. Pochi i gol all'attivo, retrocessione sul campo e contratto stracciato. E il quotidiano svizzero Blick, riportando le parole del presidente Christian Constantin che conferma l'ennesimo capitolo della sua carriera sportiva finito male, ha svelato un retroscena legato alla stagione, l'ennesimo fuori dal campo, che precedette la celebre protesta dei tifosi contro di lui, quando bruciarono la sua maglia in tribuna.

    LEGGI QUI - I TIFOSI DEL SION BRUCIANO LA MAGLIA DI BALOTELLI

    RISSA VESTITO DA PIKACHU E CASA DI CARTA COL DS -
    Erano gli ultimi giorni di febbraio e, per non farsi riconoscere, Balotelli insieme al ds del Sion Barthelemy Constantin hanno deciso di travestirsi da Pikachu e da protagonista della Casa di Carta per imbucarsi ad un party privato. Quando però i due sono stati riconosciuti da alcuni presenti, che hanno provato a scattare delle foto per immortalarli, si è immediatamente arrivati ad un momento di alta tensione prima verbale e poi fisica con una rissa che si è generata e che, nella colluttazione ha visto Balotelli rifilare un pugno in faccia proprio al ds del Sion. Lo stesso Bart Constanti il weekend successivo contro il San Gallo si presentò in panchina con un occhio nero mentre sugli spalti venne bruciata la maglia dell'attaccante italiano.

    IL PRESIDENTE ACCUSA - Puntuale la presa di posizione del presidente del Sion, Christian Constantin, che sempre a Blick ha gettato ulteriori ombre su Balotelli: "Questo ragazzo crede che le regole che governano un gruppo siano fatte per gli altri e non per lui. Se gli agenti sono interessati a piazzarlo in un Paese che non apprezza i soldi tanto quanto noi, forse presto giocherà di nuovo. O forse no. E forse è meglio così".

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