Calciomercato.com

  • AFP via Getty Images
    Balotelli: 'Punto su Dzeko, Haaland un cecchino ma preferisco Osimhen. Ho detto a Leao di restare al Milan'

    Balotelli: 'Punto su Dzeko, Haaland un cecchino ma preferisco Osimhen. Ho detto a Leao di restare al Milan'

    Mario Balotelli è un doppio ex di Manchester City-Inter, la finale di Champions League. L'attaccante italiano del Sion ha dichiarato in un'intervista alla Gazzetta dello Sport: "Ho ricevuto tanti inviti per il 10 giugno Istanbul, ma sono indeciso e mi sa che mi siederò al centro dello stadio per evitare equivoci. Il mio cuore è diviso a metà, meglio non dire altro. La testa mi dice che mi piacerebbe vincessero entrambe, ma non si può". 

    INTER - "La squadra è in forma e ha tanti giocatori che fanno la differenza. A cominciare dal mio amico Dzeko, con Edin c’era un feeling incredibile. Quando è venuto in Italia ad alcuni amici romani lo dissi subito: aspettatelo, è un fenomeno. Ma non trascurerei Lukaku e lo scatenato Lautaro: bellissimo il secondo gol con la Fiorentina in Coppa Italia. L'esperienza mi dice che in finale, in partita unica, è meglio arrivare sfavoriti. E comunque la squadra di Guardiola esprime un gran bel calcio, ma anche quella di Inzaghi è molto efficace". 

    NAPOLI - "Haaland è straordinario. Anche su di lui Mino Raiola aveva avuto un grande intuito. Nel City abbondano gli uomini assist: Guardiola sa bene come servirlo e lui è un cecchino formidabile. Anche l’Inter ha attaccanti di primissimo piano, sarà apertissima. Chi è il più forte attaccante al mondo? I numeri dicono Haaland, ma per me è una questione di gusti. Osimhen, ad esempio, è speciale. In campo sa fare tutto, un po’ come me negli anni verdi. E poi è un ragazzo unico. Mi sento legato alla città, con mia figlia una parte di Napoli è sempre con me. E poi la squadra di Spalletti ha strameritato di vincere lo scudetto".

    MILAN - "A Leao ho consigliato di restare al Milan: c’è una squadra di prospettiva, con qualche rinforzo può dire la sua ovunque. Oltre Rafa spicca Maignan. E Tonali: l’ho visto sbocciare a Brescia. Tutto il gruppo è competitivo. Chi si sarebbe aspettato che vincesse lo scudetto e arrivasse in semifinale di Champions?". 

    ITALIA - "Aspettavo una chiamata di Mancini prima della Macedonia, poi non so cosa sia successo... Il mio amore per la Nazionale è rimasto intatto, certo. La maglia è una cosa, poi i rapporti con i singoli sono un’altra storia. Problemi con miei vecchi compagni? Assolutamente no, lo hanno detto Chiellini e Bonucci. La verità è che io ho sempre riso e scherzato con tutti, non ho mai avuto problemi con nessuno. Immobile e Scamacca sono dei buoni giocatori, ma per vincere occorre qualcosina in più". 

    FUTURO - "Tornerei in Italia? Piano, ho un altro anno di contratto col Sion, ma la Serie A resterebbe un traguardo affascinante. Io mi sento bene. L’ultimo infortunio non conta, nelle gambe ho almeno altri 3 anni importanti. Ho ancora 32 anni. Ora curo meglio l’alimentazione. Basta bibite e merendine. Lo avessi fatto una decina di anni fa... Mario è maturato? Questa domanda non mi piace. Diciamo che le esperienze aiutano a capire meglio le situazioni. Ibrahimovic è super, un esempio per qualità e professionalità. Ma stiamo parlando anche di Dzeko, Giroud, tutti grandi giocatori che non fanno sentire la loro età". 
     

    Altre Notizie