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  • Sanchez o Bale: nasce la Juve di Conte

    Sanchez o Bale: nasce la Juve di Conte

    Ecco la sua squadra ideale (4-2-4): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Ziegler; Pirlo, Inler; Krasic, Matri, Quagliarella, Sanchez.
    Con-te alla Juventus.
    Il nuovo allenatore torna in bianconero dopo 7 anni e ha firmato un contratto biennale: "Non vado allo sbaraglio, questa Juve farà grandi cose".

    Sogna Sanchez e rivendica Pirlo: «I grandi trovano sempre posto».
    Va bene Home sweet home, ma senza garanzie di costosa ristrutturazione Antonio Conte non avrebbe rimesso piede in quella che per tredici anni è stata casa sua, la Juve: «Tutti sanno che ho grande amore per questi tifosi e questa squadra - racconta nel pomeriggio, dopo aver firmato un biennale - però se non ci fossero state delle basi importanti, non avrei accettato, con tutto il bene che voglio a questo club. Che sia chiara questa situazione: non vado allo sbaraglio, anzi, sono convinto che si possano fare grandi cose. E il fatto che la società abbia pensato a me, mi da grandi stimoli. Sappiamo tutti dove deve stare nel calcio la Juve». In alto, aveva ricordato poco prima Andrea Agnelli, presentando gli Open italiani di golf: «Vogliamo vincere - le parole del presidente - e vogliamo farlo con Antonio Conte. È il primo tassello di un mosaico per tornare al successo».

    Che poi Conte non fosse la prima guida venuta in mente, a lui nulla importa. Anzi, semmai la beffa è per gli altri, che non sono qui, pare dire dal lieve sorriso che spiana: «Non è importante come si parte, ma come si arriva. E in questo caso io sono arrivato primo. Il direttore (Beppe Marotta, ndr) mi ha chiamato al momento giusto, non c'è una data precisa». I sogni sono sempre in orario: «Per me è un ritorno a casa, dopo sette anni, da allenatore. Era una cosa che avevo sempre sognato, da quando ho iniziato in panchina. Ringrazio la società per aver pensato al sottoscritto». Però, sottolinea, è qui per le medaglie sul campo, le promozioni in A con Bari e Siena, non per juventina raccomandazione: «Adesso tocca a me e questa è la cosa più importante. Me la sono guadagnata e adesso ci sono io: forte di avere a fianco persone che credono in me. Sono convinto di fare grandi cose, il passato non mi interessa». Detto con quel filo di sfrontatezza che può aiutare, quando hai davanti una montagna. Lui è convinto di scalarla: «Il tempo è galantuomo, e alla fine chi lavora ha sempre ragione».

    Oltre ai risultati, spiega l'ad Marotta, la Juve l'ha scelto per «la qualità del gioco». Quel 4-2-4 che ha piallato la concorrenza in B, ma chissà se è un telaio adatto pure alla A. Conte, comunque, non si fossilizza sulla catalogazione numerica, piuttosto sulla filosofia, sempre all'assalto: «Penso di essere integralista dal punto di vista del gioco, perché i numeri vanno e vengono. Invece il gioco è essenziale, e ci sono principi e idee che si evolvono di anno in anno, attraverso nuove esperienze». Allora, al di là della dislocazione delle truppe, gli importa altro: il possesso palla, Barça style, tanto per cambiare. «A me piace che la squadra abbia il pallone. Dobbiamo fare la partita e cercherò di trasmetterlo ai giocatori. Poi ci sono tanti principi a cui sono fedele: voglio una squadra corta, che conquisti subito palla e che non scappi indietro». Mai scavare fossati, dunque: «La mentalità giusta è fare la partita, ogni volta». Nonostante il settimo posto, non pensa serva una rivoluzione: «C'è solo da aggiustare e da dare grandi motivazioni, grande voglia a un gruppo che secondo me ha un'ottima base». Sulla quale sarà innestato Pirlo, non proprio il suo ideale di centrocampista, si narra, e dove dovrà ricavare una piazzola per Marchisio: «Ma i grandi calciatori trovano sempre spazio con il sottoscritto. E stiamo parlando di due giocatori nazionali: grande corsa e cuore Marchisio, geometrie e carisma Pirlo, un vincente. Due con un grande carattere, e sono contentissimo di averli». Idem per Del Piero e Buffon, da cui si aspetta molto: «Conoscono la juventinità, sanno cosa significa vincere e cosa bisogna fare per riuscirci. Per questo mi aspetto che non sbaglino su niente». Così come non bisognerà farlo nello shopping, del quale Conte, Marotta e Paratici hanno parlato fino a sera. Prima richiesta, Alexis Sanchez, poi un esterno sinistro, alla Gareth Bale, come scriveva ieri il Daily Mirror: solo che il prezzo, 50 milioni, consiglia di ripiegare su altri piedi.


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