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Bakayoko ferito dai cori razzisti dei laziali, ora pensa di lasciare il Milan
Tiemoue Bakayoko ne ha abbastanza. Nel 2019, in un'epoca storica in cui la multiculturalità non dovrebbe rappresentare soltanto la normalità ma anche un valore, in Italia si può essere ancora offesi e dileggiati per il colore della propria pelle. E' successo anche mercoledì sera, in occasione della prima semifinale di Coppa Italia tra Milan e Lazio, col centrocampista francese bersaglio di cori, ulutati e gesti di scherno (lo sventolio di banane gonfiabili) da parte dei sostenitori biancocelesti e senza che nessuno prendesse provvedimenti. Nè l'arbitro Mazzoleni, nè il responsabile dell'ordine pubblico a San Siro, con la partita che è proseguita come se nulla fosse e il ragazzo che, al termine, ha manifestato l'idea di cambiare aria a giugno.
FERITO - Una presa di posizione forte quella evidenziata dal quotidiano La Repubblica, nonostante il Milan avesse manifestato la volontà di provare a riscattare il suo cartellino dal Chelsea al termine della stagione per 35 milioni di euro. Una cifra importante, con una qualificazione alla prossima Champions League ancora possibile ma comunque in bilico e con essa i ricavi che ne conseguono. Persino la prospettiva di fare ritorno in una squadra in cui non avrebbe la certezza della titolarità e in cui ha faticato ad imporsi viene considerata più accettabile di continuare a giocare in un campionato e in un Paese in cui il Milan accetta la multa per lui e Kessie per il caso della maglia di Acerbi, ma nel quale i razzisti godono di impunità. A dispetto di regolamenti molto chiari ma applicati solamente a targhe alterne. In un Paese nel quale il Sottosegretario allo Sport e il presidente della Federazione mettono alla berlina con toni durissimi e invocano provvedimenti per sanzionare i due giocatori rossoneri, ma rimangono clamorosamente silenti sui fatti di mercoledì.
IL SOSTEGNO DEL MILAN - Bakayoko ha incassato il sostegno morale dei propri compagni di squadra e della società, che ha attaccato duramente le istituzioni sportive e non attraverso le parole di Leonardo su La Gazzetta dello Sport, ma non si dà pace per quanto è accaduto e valuterà con ancora maggiore attenzione il proprio futuro. Dal canto suo, il Milan, per volontà del dirigente brasiliano e di Maldini, continua a premere per trattenere un giocatore divenuto importante nell'economia del gioco di Gattuso e che è tra i pochi che, anche nel recente momento di sbandamento del gruppo, ad aver mantenuto un rendimento in linea con le aspettative. Ma, dopo gli inaccettabili episodi di Milan-Lazio, qualcosa potrebbe essersi rotto tra Bakayoko e il calcio italiano.
FERITO - Una presa di posizione forte quella evidenziata dal quotidiano La Repubblica, nonostante il Milan avesse manifestato la volontà di provare a riscattare il suo cartellino dal Chelsea al termine della stagione per 35 milioni di euro. Una cifra importante, con una qualificazione alla prossima Champions League ancora possibile ma comunque in bilico e con essa i ricavi che ne conseguono. Persino la prospettiva di fare ritorno in una squadra in cui non avrebbe la certezza della titolarità e in cui ha faticato ad imporsi viene considerata più accettabile di continuare a giocare in un campionato e in un Paese in cui il Milan accetta la multa per lui e Kessie per il caso della maglia di Acerbi, ma nel quale i razzisti godono di impunità. A dispetto di regolamenti molto chiari ma applicati solamente a targhe alterne. In un Paese nel quale il Sottosegretario allo Sport e il presidente della Federazione mettono alla berlina con toni durissimi e invocano provvedimenti per sanzionare i due giocatori rossoneri, ma rimangono clamorosamente silenti sui fatti di mercoledì.
IL SOSTEGNO DEL MILAN - Bakayoko ha incassato il sostegno morale dei propri compagni di squadra e della società, che ha attaccato duramente le istituzioni sportive e non attraverso le parole di Leonardo su La Gazzetta dello Sport, ma non si dà pace per quanto è accaduto e valuterà con ancora maggiore attenzione il proprio futuro. Dal canto suo, il Milan, per volontà del dirigente brasiliano e di Maldini, continua a premere per trattenere un giocatore divenuto importante nell'economia del gioco di Gattuso e che è tra i pochi che, anche nel recente momento di sbandamento del gruppo, ad aver mantenuto un rendimento in linea con le aspettative. Ma, dopo gli inaccettabili episodi di Milan-Lazio, qualcosa potrebbe essersi rotto tra Bakayoko e il calcio italiano.